Non so come finirà la questione Higuain-Caldara-Bonucci, anche se ho presentimenti. Economicamente, però, è un’operazione che sta in piedi, anzi: è una necessità. Il tifoso sanguigno non ama incondizionatamente: è critico per natura e intransigente. A quello della Juventus, però, vorrei ricordare alcune cose piuttosto banali, utili però a mitigare le perplessità. Il palmares della società, negli ultimi anni, parla chiarissimo. Manca la Coppa con la C maiuscola, è vero, ma per vincerla servono centomila cose, incluso essere più forti degli altri; ma non è detto che questa caratteristica sia ai primi posti della classifica dei bisogni. LA Juventus è la società che ha venduto incassando e vinto spendendo. Si è privata di Pogba e Vidal, ha regalato Tevez (in realtà assicurandosi Bentancur), ma ha portato a casa giocatori fenomenali, l’ultimo dei quali è, anzitutto, una macchina da soldi che fa lievitare l’immagine nel mondo. E’ la società che ha il suo stadio, che è quotata in borsa. L’unica, perfino, in grado di allestire la squadra B. Ha campioni in erba e talenti pronti a esplodere: se non lo faranno in bianconero, potrebbe succedere altrove, d’accordo, ma sono anch’essi la prova della lungimiranza. In sostanza: da tifoso, ci penserei bene prima di insegnare ad Agnelli a fare il presidente e a Marotta e Paratici a fare il mercato (e pure ad Allegri ad allenare). Detto ciò, non è affatto detto che si vinca ancora scudetto e Coppa Italia, anzi. Le altre (tre o quattro) non stanno a guardare, pur partendo un passetto indietro. Potrebbe essere la loro volta, esattamente come, in Champions, la Juventus potrebbe dire la sua. E’ il bello del pallone che rotola. Fin che lo farà, discuteremo, a costo di dover ragionare più di finanza che di fuorigioco.
Ai tifosi della Juventus (e agli altri)
1 Agosto 2018
