Sono nato l’8 gennaio 1970 con qualche giorno di ritardo rispetto al previsto. E la puntualità non è mai stata il mio forte. Mi chiamo Massimo per colpa di mamma e Brusasco, per colpa di padre. Vivo a Fubine, provincia di Alessandria, fin che dura (la Provincia, si intende). Dopo eccellenti performance alle elementari e alle medie, conseguo il diploma di maturità classica al liceo Plana, dove conosco Marina, che sarebbe diventata mia moglie. Mi iscrivo all’Università di Alessandria, senza successo; mi iscrivo all’Università di Genova, senza successo. Mi iscrivo alla Pro loco, ma anche all’Aido, al Fai, alla Uilt. Ho pure la tessera punti di un paio di supermercati. Vanto, in curriculum, esperienze editoriali gratificanti e gratuite con testate locali. Ora, giornalista professionista, sono redattore del bisettimanale Il Piccolo, specializzato nel di tutto un po’, dalla cronaca nera agli spettacoli. Mi occupo di teatro,   sport e la scrittura in generale. Sono autore Siae, ho pubblicato libri e vinto concorsi letterari. Il mio unico nemico è il formaggio, ma lui non lo sa. Di solito non mi annoio.

Fubine, Anni 70.

SCRIVO per professione e per hobby. Mi mantengo con le notizie, poi spazio dal teatro al cabaret, dai racconti alle canzoni. Ho una proficua collaborazione col duo cabarettistico Marco e Mauro e con la Compagnia Teatrale Fubinese per la quale organizzo anche la rassegna “Fubine Ridens”, oltre a dirigere la maggior parte degli spettacoli che il sodalizio propone. Mi cimento pure come attore brillante e come cabarettista, col trio Valter Ego. Dal 2002 conduco il talk show teatrale “Il Salotto del Mandrogno” ad Alessandria e, una dozzina di anni prima, ho avviato un legame con Radio Voce Spazio 93.8 (mi potete ascoltare ogni lunedì dalle 8.15) cui ha fatto seguito quello con Radio Alex e Radio Gold.  Dalla stagione 2020-2021, mi ospita Radio Grp: sono l’inviato (molto sui generis) da Alessandria per il “Morning show” con Marco e Giò: commento notizie, tra il serio e il faceto, e cerco di trasmettere allegria. Continuo a praticare calcio: pensavo che fosse meno faticoso allenare che giocare, ma non è vero (specie se la squadra è una giovanile). So fare il giro di do con la chitarra, cimentarmi con la “rava” (è una zucca con piccole pretese di strumento musicale), giocare a briscola in 5 e mi piace guardare avanti. Quando posso, mi dedico al volontariato: non sta bene dirlo, ma magari qualcuno mi imita…