Siamo reduci dal doppio appuntamento con “I canonici”, sempre col tutto esaurito. Immaginerete l’euforia di attori dilettanti, quali siamo, di fronte a un pubblico divertito e plaudente. Abbiamo vissuto due serate davvero emozionanti: un grazie a chi ha partecipato, a chi ci muove appunti costruttivi e a chi, apprezzando la nostra commedia, ce lo ha fatto sapere. Con “I canonici” si chiude la 20esima edizione di “Fubine Ridens”. E credo di poter dire che è stata quella che ha riscosso maggior successo di presenze in platea. L’effetto della nuova sede, il Teatro dei Batù, avrà certamente contato, ma io penso che decisiva sia stata la perseveranza della Compagnia, che non si è scoraggiata nei momenti difficili e che ha continuato a credere in un progetto culturale (sì, culturale) che non può che qualifica il paese, anche se, a dirla tutto, Fubine risponde in modo inferiore alle attese. Per fortuna, però, abbiamo uno zoccolo duro di spettatori che arriva da fuori e che crede nella bontà della proposta. A tutti questi va il nostro grazie, che estendiamo poi alle compagnie partecipanti, sia le veterane della rassegna che quelle che a “Fubine Ridens” hanno debuttato in questa stagione, contribuendo al successo.