L’altro giorno il Liverpool ha vinto la Premier dopo trent’anni. Non sono pochi, per una squadra così prestigiosa. Non sono pochi neanche i 44 anni che sono serviti, sempre in Inghilterra, al Manchester City per vincere lo scudetto. Ce l’ha fatta nel 2012, con Roberto Mancini in panchina e dopo una rocambolesca vittoria (in rimonta, con due gol nel finale) contro il Qpr. Mancini il primo che andò ad abbracciare, a titolo conquistato, fu il massaggiatore Sergio Viganò. Nulla di più di quell’abbraccio testimonia un’amicizia, credo. Perché Mancio e Viga sono amici davvero. E sono molti gli episodi a dimostrarlo. Nel libro “Le mani del mago”, che ho scritto per Bradipolibri, racconto di pallone, certamente, ma più volte mi soffermo a parlare di un’amicizia che, in un mondo complesso com’è quello del calcio professionistico, raramente si trova.
“Le mani del mago” è in libreria, si può acquistare anche online e ha pure la versione e-book. Sono soddisfatto del lavoro, che sta riscuotendo discreto successo. Molto merito va a Viganò, naturalmente,