La prima notizia della mattinata è pessima. E’ morto Giulio Abbà, che per noi di Fubine è “Giulio della Spada”. Giulio era nella schiera di quelle persone fondamentali in un paese, senza darlo a vedere. Lo possono testimoniare quelli della banda musicale, ma anche, forse soprattutto, gli amici dell’Abbraccio, associazione per la quale si è speso con grande generosità, in Africa e qui, dove “qui” significa (anche) a casa sua, perché, ad esempio, senza di lui un’esperienza intelligente come l’orto condiviso non sarebbe stata possibile.
Sapevi che Giulio c’era. Sapevi anche che Giulio era in grado di fare quasi ogni cosa, dal contadino al fabbro, con tutto quel che sta in mezzo. Era pronto a mettersi a disposizione, Giulio, lasciando la ribalta ad altri. Classe 1946, è stato vinto dalla malattia. Ma ha lottato, non s’è mai arreso, incoraggiato dalla moglie Alessia, dalla figlia Lisa, dai nipoti.
A loro le condoglianze a nome della Compagnia Teatrale Fubinese: Lisa salì sul palco con noi molto tempo fa; Alessia è stata fondamentale quando, negli anni Ottanta, noi bambini abbiamo vissuto le prime esperienze teatrali: ci ha trasmesso passione e senso del dovere. E Giulio ci ha sempre voluto bene, cordialmente ricambiato. Ma voler bene a lui è stato sempre molto facile.