Stamattina se n’è andato Gianni Naclerio, uno dei musicisti più noti del panorama alessandrino. Aveva 70 anni. E’ stato, a lungo, colonna portante del ‘Salotto del mandrogno’, spettacolo nel quale non solo si proponeva come cantante, ma anche come autentico partner, una spalla a cui fare riferimento per una battuta, un gioco di parole, una gag.
Certe malattie non danno scampo. Lui è stato aggredito un po’ troppo presto: avrebbe voluto e potuto dare ancora molto ai suoi famigliari, agli amici, al mondo della musica. A tutti quelli che ne hanno apprezzato doti, estro e generosità.
E’ stato un riferimento soprattutto quando il ‘Salotto’ aveva come sede la Casetta, il circolo che lo ha visto protagonista come gestore, prima di tentare l’avventura nella ristorazione all’Avis di Alessandria e al Rgny club di Casalbagliano. Allontanarsi dalla Casetta, immaginiamo, è stato un duro colpo, che ha cercato di parare reinventandosi e continuando a deliziare chi ne apprezzava la bravura.
Enfant prodige, da bambino lo chiamavano “lo Joselito italiano”, perché dotato quanto lo Joselito spagnolo che, tempo prima, aveva fatto furore. Poi bisognerebbe dire dell’impegno solidale di Naclerio, soprattutto in Kenya, e della sua generosità.
Bisognerebbe anche raccontare aneddoti, da palco e da dietro le quinte. Ci limitiamo a ricordarlo col sorriso, abbracciando la moglie Luisa, i figli Simone e Alice. Lo ricorderemo al prossimo ‘Salotto’, uno spettacolo a cui ha voluto bene.