Fubine, Gelindo e qualche considerazione

Il buon Natale ai fubinesi arriva dai piccoli attori della Compagnia Teatrale che, lunedì e ieri sera, sono stati protagonisti del Gelindo. Intanto, un plauso per l’impegno a loro e a chi li ha seguiti (Marina, Daniela, Anna, Carla, Claudia, Angelisa…). Poi, permettetemi un paio di considerazioni (ma non spaventatevi).

Gelindo debuttò a Fubine nel 1976 per la necessità di reperire fondi per acquistare una casetta da devolvere a una famiglia friulana che aveva patito il terremoto. Lo spettacolo venne proposto nella chiesa del Ponte, che ora è Teatro dei Batù, proprio dove, ieri e lunedì, è andato in scena il Gelindo dei piccoli. Piccoli com’ero piccolo io, quando calcai quel palco per la prima volta.

Mi auguro che alcuni dei protagonisti attuali abbiano (e conservino) la passione che ha contaminato me (e altri, ovvio) e che facciano del teatro un hobby “preso seriamente”, ricordando sempre che questa è un’arte fatta da “persone vere” e di “emozioni in diretta”, senza il filtro dello schermo televisivo o del cellulare. E poi il teatro è socializzazione. Di questi tempi in cui si va di fretta, la spesa arriva a domicilio e ilo Smartphone ci fa da genitore, amico e balia, ecco, di questi tempi il ritrovarsi con coetanei per le prove e per condividere soddisfazioni e ansie è già un’ottima cosa.

Infine: il Gelindo fubinese ha portato sul palco bambini di varie nazionalità (o comunque italiani di genitori stranieri), alcuni dei quali bravi perfino a cimentarsi con il dialetto: è un aspetto da non sottovalutare, parlando di integrazione, e la conferma che Fubine, almeno dal 1990, è un paese che accoglie e che, pur con qualche difficoltà oggettiva, cerca sempre di abbattere barriere.

Massimo Brusasco

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