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Frankie e Franco

Frankie Ferraris e Franco Antonioli li associo solo a episodi divertenti. Se ne sono andati, per cause diverse, a poche ore di distanza.  Ci hanno portato allegria, facendoci sorridere con arguzie, colpi di genio, ironia non artefatta. Generosi entrambi, uno con la musica, l’altro con l’impegno nel sociale. Frankie e Franco ci lasciano un’eredità di cose semplici di cui dobbiamo fare tesoro. Ogni fubinese avrà ricordi legati a loro. Io non posso pensare a Frankie senza il violino e a Franco senza gli stornelli. A Frankie che, garbato, regala battute a bassa voce; a Franco, caciarone senza essere invasivo. Se è vero che è la gente a fare il paese, Fubine è un po’ più povero. E noi un po’ più tristi.

Ps: nella foto compaiono Frankie e Angelo Cavalli, straordinario personaggio che se n’è andato troppo presto. L’immagine è stata pubblicata su Facebook da Angelica Cavalli, che ringrazio per avermi fatto affiorare fantastici ricordi.

I “Gramigna” lunedì a Valenza

Domani, lunedì 21, alle ore 15, al Centro comunale di Cultura di Valenza (piazza XXXI Martiri), avrò il piacere di presentare il mio libro, “Il raduno dei Gramigna”. Sono stato invitato dall’Unitré, associazione molto attiva in città e artefice di incontri e proposte. Ringrazio fin d’ora gli organizzatori e chi avrà la bontà di partecipare. Trascorreremo insieme un’oretta, spero divertente, in cui, più che un romanzo, saranno protagonisti personaggi e storie che, secondo me, vale la pena di raccontare, tanto più di questi tempi in cui tutto sembra dover finire in un frullatore e poco rimane nella memoria.  Il  libro è edito da Edizioni della Goccia (www.edizionidellagoccia.it; info@edizionidellagoccia.it).

Immagino vi siate divertiti

Immagino vi siate divertiti all’ultima puntata del “Salotto del mandrogno”. L’ho constatato mercoledì, ne ho avuto la certezza leggendo i vostri messaggi. In effetti è stata una serata decisamente vivace, grazie ai cabarettisti Marco e Mauro che hanno accettato il mio invito e proposto al pubblico due gag meravigliose. E poi Mara Tinto, una cantante che ancora una volta ha dimostrato di avere una voce splendida; e Fulvia Quattrocolo col suo “piatto miracoloso”, e Paolo Castelli, Enzo Cattaneo, Stefano Richaud, Vittorio Gatti… ciascuno con una storia da raccontare, segno evidente che, ad Alessandria c’è chi fa “succedere  cose”. Scontato il grazie a Gianni Naclerio, Franco Rangone, Gianni Pasino e Ugo Boccassi, allo staff del Galimberti, a Tony Frisina per le foto. E a tutti quelli che hanno la bontà di seguirci. Mi auguro vogliate farlo ancora, a cominciare dal 13 febbraio.

Perché venire al “Salotto”

Cerco di fornirvi qualche buon motivo per venire al “Salotto del mandrogno” stasera, mercoledì 16 gennaio, alle ore 21.30 al centro di incontro Galimberti,  in via Pochettini. E’ gratis; si ascolta buona musica con Mara Tinto; si ride con i cabarettisti Marco e Mauro; si imparano tecniche di cucina con Fulvia Quattrocolo; si apprezzano le bizzarre storie “di motori”  di Paolo Ceriana, Enzo Cattaneo e Vittorio Gatti; si parla di sviluppo e industria con Stefano Richaud. E poi ci sono Gianni Naclerio, Franco Rangone, Ugo Boccassi, Gianni Pasino, oltre che il sottoscritto. E di solito ci si diverte. Lo facciamo da 17 anni, mica possiamo fermarci adesso. Quindi, se vi ho convinti, vi aspetto al Galimberti.

Mercoledì 16 torna il “Salotto”. Gli ospiti

Primo appuntamento   del 2019 con  “Il Salotto del mandrogno”, mercoledì 16 gennaio alle ore 21.30, al centro d’incontro Galimberti, in via Pochettini 3, Alessandria. Ingresso gratuito.

Ogni puntata della 17esima edizione del talk show condotto da Massimo Brusasco (con la partecipazione di Gianni Naclerio, Franco Rangone, Ugo Boccassi e Gianni Pasino) è dedicata a un mezzo di trasporto. Stavolta tocca alle moto.

Ospiti:

Enzo Cattaneo, 83 anni, ancora protagonista di gare di motocross; Paolo Caniggia, che nel 1994 andò col Ciao  a Capo Nord; Vittorio Gatti, avvocato appassionato di Harley; i cabarettisti Marco e Mauro (oltre trent’anni di carriera, tra palco e televisione, con debutto a “La sai l’ultima?”); la cantante Mara Tinto; Stefano Richaud, imprenditore che ha inaugurato uno stabilimento a Spinetta per il recupero del tetra pak; Fulvia Quattrocolo, artefice di un innovativo modo di cucinare.

Radio Gold trasmetterà la puntata venerdì 18 alle ore 21.

Un bello spot per il teatro

La commedia “Due belle Roberte” nell’interpretazione della compagnia Al Bacio del Teatro Caboto di Milano è un bello spot per il teatro. Immagino che se ne siano accorti tutti quelli che ieri sera, sabato, hanno affollato il Teatro dei Batù di Fubine. Platea gremita, risate e applausi per un sodalizio che è tornato a offrirci buonumore dopo l’esperienza di due anni fa. Siamo contenti che questo quarto appuntamento della 22esima edizione di “Fubine Ridens” abbia riscosso grande successo: merito del testo, degli attori, della messa in scena. Un mix vincente, senza dubbio. Il prossimo appuntamento sarà sabato 16 febbraio con il do cabarettistico “I due di quinta” e la partecipazione dei Valter Ego.

Le Roberte e la casa dell’amante

Tutto inizia quando il signor Siluro (non ho ben capito se il nome voglia per forza dire qualcosa…), un tizio che non si è mai sposato perché non crede nel matrimonio, va a casa dell’amante. Evidentemente non tutto fila liscio, altrimenti non ci sarebbe commedia. Invece la commedia c’è. Si intitola “Due belle Roberte” e domani, sabato 12 gennaio, alle ore 21.15, lo spettacolo sarà portato in scena a Fubine, nell’ambito della rassegna Fubine Ridens. Sul palco del Teatro dei Batù gli attori della Compagnia Al Bacio di Milano, che abbiamo già avuto modo di apprezzare. E per questo li abbiamo richiamati, certi che anche stavolta delizieranno il pubblico. Mi auguro vogliate partecipare numerosi: costa solo 7 euro, un prezzo che la Compagnia Teatrale Fubinese, organizzatrice della serata, mantiene invariato ormai da molto tempo…

Ho fatto cose (e compiuto gli anni)

Ho condiviso il caffè con gente piacevole; ho chiacchierato con persone interessanti; ho parlato al telefono (più volte, anche) con persone a cui voglio bene. Ho rimandato appuntamenti per dedicare  il tempo necessario; ho scritto e progettato; ho pranzato divertendomi; ho abbracciato e stretto mani; ho avuto conferma che il mio albero genealogico è ben popolato; sono pure salito sul palco per le prove teatrali, con brindisi finale. Ho letto meno di quanto avrei voluto, ma la giornata non è ancora finita. Ho fatto quel che mi piaceva, nel giorno del mio compleanno. Mi manca di rispondere a tutti quelli che mi hanno fatto gli auguri. Sono stati tanti, tantissimi. Li ringrazio. E’ stata, anche grazie a loro, una bella giornata in cui ho vissuto.

Gli eroi normali (e tutti noi)

Martedì, “Il Piccolo” dedica due pagine agli “eroi normali”. Non abbiamo inventato nulla, semplicemente copiato. Anzi, per meglio dire, ci siamo ispirati a Raitre che, proprio domani sera, riserverà la puntata della trasmissione  “Eroi normali”  a Daniela Degiovanni, oncologa di Casale impegnata in prima linea nell’infinita battaglia contro il mesotelioma pleurico. La dottoresse si dà da fare al di là del ruolo. Toglie il camice bianco e il suo impegno continua. Il presidente Mattarella l’ha inclusa tra gli “eroi normali” e anche noi scriviamo di lei. Ne abbiamo individuati altri come la Degiovanni. Li scoprirete sul giornale. La difficoltà non è stata tanto il trovarli, quanto il fare selezione.  Nel mondo del volontariato, dell’associazionismo, del sociale, gli “eroi normali” abbondano. Ma ci sono anche quelli che agiscono individualmente, senza etichette. Si prodigano perché sanno che dare è più appagante che ricevere. Poi, certo, bisogna dare ragione anche a chi oggi mi diceva che “si è eroi normali tutte le volte che ci si sveglia al mattino”, con la giornata da affrontare. E’ un po’ così, in effetti.

Male non fa

Qualcuno ormai saprà che io inizio l’anno correndo. All’appuntamento di stamani (ore 9, Alessandria), c’erano, come sempre, Gianluca e Gianni. Niente di eroico; un’oretta scarsa a passo turistico. Più che l’atletica c’entra il rituale, che carica di significati e metafore questa tradizione. E c’è un contenitore che ospita  parole (e frasi) come sfida, fatica, bisogno di correre, partenza, consapevolezza, necessità, sport, stare bene, natura, silenzio, inizio, svegliarsi,  speranza, mettersi alla prova, tempo che passa, incontri, amici… Insomma, avrete capito. C’è poi la regola del buon auspico e del “male non fa” (fin che il fisico più o meno regge,  si capisce). E con ciò: buon 2019, passiamocela al meglio, senza farci prendere troppo dalla nostalgia di un passato che non torna, ma guardando avanti con la giusta quantità di entusiasmo. Ed è giusta finché non sconfina nell’illusione.