Dopo una quarantina d’anni, l’Aics rinuncia a organizzare il campionato di calcio a 11. Troppo poche le squadre, un po’ per questioni di costi, un po’ per il proliferare di tornei di calcetto, meno impegnativi e senza partite nel weekend. Resta la Uisp a tenere alto il vessillo del pallone amatoriale, ma certo è che ad Alessandria si chiude un’epoca. Restano i ricordi dei mille calciatori che hanno calcato una cinquantina di campi, in un significativo lasso di tempo. Restano foto (anche) sbiadite, racconti di partite giocate nel fango o tra la nebbia di certe domeniche mattine d’inverno. E poi il piacere dell’allenamento e, ancor di più, della pizza a seguire. Ogni protagonista ne avrà per così nella memoria, saprà dire della parata fenomenale o più probabilmente del gol sbagliato a porta vuota, o del calcione sferrato all’avversario o degli insulti dedicati a un arbitro perfettamente adeguato alla categoria. E poi gli aneddoti da spogliatoio, che è un po’ la versione sportiva della caserma. E le amicizie, le rivalità, le sfide che assomigliano più alla partita di Fantozzi che a quelle che si vedono in televisione. E le esagerazioni, con ogni minima cosa che diventa degna di un racconto epico. Il calcio amatoriale ha un fascino tutto suo che “Il Piccolo” di domani cerca di spiegare, parlando di un’Aics che si è arresta al modernismo dei tornei sul sintetico. Sarò un po’ datato, ma volete mica mettere?
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Amatori
Posted by Massimo Brusasco on 4 Settembre 2017