Venerdì scorso siamo tornati a Carentino per parlare (e cantare) in dialetto. Non si poteva rifiutare l’invito di una Pro loco che si dà da fare per salvaguardare la parlata locale, così come fa l’associazione Alessandria in Pista. Un’ora e mezza di rime, battute, curiosità. La gente ha apprezzato. Io mi sono esibito con Massimo Faletti e Maurizio Ferrari: abbiamo riproposto cavalli di battaglia (come la ‘revisione’ della ‘Canson ‘d Fibin-i’), rinverdito brani di un Gelindo di fine anni Ottanta, ma anche fatto conoscere un inedito nuovo di pacca (‘La canzone trista di Giacu l’artista’), che avremo occasione di riproporre. Al di là della nostra performance, la serata ha molto senso: il dialetto è patrimonio, è cultura, è da tutelare nelle sue diversità che distanziano ben più di 20 km Fubine da Bergamasco, ad esempio. A proposito: la bergamaschese Giuliana Piccarolo ci ha proposto le previsioni del tempo con la cipolla. In base all’esperimento, figlio della saggezza popolare, ci dovremmo imbattere, nel 2017, in tre mesi molto piovosi: aprile, agosto e ottobre. Beato chi ci crede, certo. Ma sappiate che sull’argomento c’è pure chi ha redatto la tesi di laurea (e ‘Il Piccolo’ di martedì ha dedicato un ampio servizio). E ieri, a proposito di dialetto, Valenza ha reso uno straordinario omaggio a Ginetto Prandi, il suo cantore più significativo.

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