Stamani, sul “Piccolo”, cerco di raccontarvi una bella esperienza che si intitola “Indovina chi viene a cena?”. Ho aderito sapendo solo un indirizzo, un orario, un giorno. E che sarei stato a casa di stranieri, di cui ignoravo nazionalità e… doti culinarie. E’ un bel modo per favorire l’integrazione: io, mia moglie, due signore mai viste così come una coppia di novesi ci siamo ritrovati in un alloggio dove sono ospitati 7 africani (di cui 3 del Senegal), aderenti – in misure diverse – ai progetti per i “richiedenti asilo”. Abbiamo gustato le loro specialità (ottime:  l’Africa non delude quasi mai, dal punto di vista gastronomico…) e, poi, conversato con loro, raccontato di noi e ascoltato storie a volte drammatiche, a volte commoventi, altre volte cariche di speranza. Cambalache, l’associazione che promuove questi incontri “al buio”, ripeterà l’esperienza, sempre ad Alessandria. Io ve la consiglio. E, se volete saperne di più, date un’occhiata al giornale…

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