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“54 anni? Mamma mia, che vecchia!”

Sarà che l’amica della nonna era spesso vestita di nero, sarà che io non ero alto neppure un metro, sarà che si era ancora abbondantemente nell’altro millennio. Ma ricordo perfettamente quando le domandai quanti anni avesse e lei mi rispose “Cinquantaquattro”. Commentai, spero non a voce troppo alta: “Mamma mia, che vecchia”.

Purtroppo – e inevitabilmente – la signora Maria non c’è più, altrimenti dovrei perlomeno chiederle scusa, all’alba dei miei 54 compiuti giusto ieri. Complice Facebook, sono arrivati centinaia di auguri, da aggiungere ai WhatsApp e alle telefonate. Tutti molto graditi, qualcuno sorprendente, qualcun altro di routine, ma è logico.

L’occasione è propizia per ringraziare tutti quelli che mi hanno dedicato almeno un istante della loro giornata, che è cominciata con un “biscotto-candelina” a Radio Voce Spazio, Ho avuto fiato per soffiare e per continuare la trasmissione. Il resto è speranza.

Ho fatto cose (e compiuto gli anni)

Ho condiviso il caffè con gente piacevole; ho chiacchierato con persone interessanti; ho parlato al telefono (più volte, anche) con persone a cui voglio bene. Ho rimandato appuntamenti per dedicare  il tempo necessario; ho scritto e progettato; ho pranzato divertendomi; ho abbracciato e stretto mani; ho avuto conferma che il mio albero genealogico è ben popolato; sono pure salito sul palco per le prove teatrali, con brindisi finale. Ho letto meno di quanto avrei voluto, ma la giornata non è ancora finita. Ho fatto quel che mi piaceva, nel giorno del mio compleanno. Mi manca di rispondere a tutti quelli che mi hanno fatto gli auguri. Sono stati tanti, tantissimi. Li ringrazio. E’ stata, anche grazie a loro, una bella giornata in cui ho vissuto.

L’età giusta (e grazie a tutti)

Ho ricevuto telefonate, sms, messaggi su WhatsApp. Ho avuto un’invasione sulla bacheca di Facebook. Tutto perché ho compiuto gli anni. A molti, moltissimi ho risposto personalmente, ma so bene di non essere riuscito a farlo con tutti. Ci proverò nelle prossime ore, senza  assicurare il risultato. Vorrei abbracciare idealmente, attraverso  poche righe, tutti quelli che mi hanno pensato anche solo per un istante, amici vecchi e nuovi, chi mi conosce per il lavoro, chi per il teatro, chi per il calcio, chi per chissà cosa. A tutti vorrei dire che non mi piace mica tanto compiere gli anni; non mi piaceva da bambino quando volevo crescere, figuratevi ora che non vorrei invecchiare. Sono 48, troppi per certe cose, troppo pochi per altre. Mi piace pensare, allora, che sia proprio l’età giusta.

Sarebbero quarantasette

Essendo nato l’8 gennaio 1970, oggi ho compiuto 47 anni. Non è che la cosa mi faccia così piacere; me ne sento 20, ne dimostro qualcuno in più, ho la netta percezione del tempo che passa, e un po’ mi girano… Non essendo particolarmente avvezzo alle feste comandate (mi piace dire che ogni giorno cerco  di trovare motivi per festeggiare), figuratevi quanto possa essere lieto nel celebrare il compleanno, anche perché non ho mai splendidi ricordi su questo giorno (per dire: anni addietro, finii in un fosso con l’auto…). Insomma, un po’ mi girano. Però, oggi ho avuto un sacco di testimonianze d’affetto, anche con la complicità di Facebook che avverte gli amici, inducendoli agli auguri. Sono parecchi quelli che mi hanno scritto in privato, che hanno usato WhatsApp, gli sms, quelli che hanno telefonato, quelli che si ricordano senza l’aiuto dei social network… Avrei un bel po’ di grazie da dispensare, anche a chi con regali, materiali e non, ha mostrato vicinanza.  Ps: oggi, alla guida, sono stato particolarmente prudente…

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