Sono stato squalificato per un mese. Fino al 3 dicembre, da tesserato del Felizzano, non potrò andare in panchina. Sul referto c’è scritto che avrei dovuto badare ai ragazzi della mia squadra che, a fine partita, sono stati protagonisti di intemperanze. Così parrebbe. Non l’ho fatto perché stavo raccogliendo borracce e giubbotti vari.  Non vedo l’ora di tornare in campo per fare il badante, nella speranza che non servano interventi da sceriffo ma solo parole che inducano all’educazione (ce n’è bisogno, credetemi). Mentre il giudice sportivo stilava il responso su indicazione dell’arbitro della categoria Allievi fascia B, Josè Mourinho provocava i tifosi della Juventus, attirandosi ire diffuse, oltre al plauso di interisti nostalgici. Mourinho sarà un pessimo esempio ma, nella fattispecie, un po’ di  ragione ce l’ha. Si è preso insulti a Manchester e insulti a Torino, ha vinto la partita in trasferta e, dunque,  risponde  agli sfottò. Sarebbe bastato che la Juventus si fosse presa i tre (meritati) punti  per metterlo a tacere (forse). Poi, va da sé, Mourinho non è farina per ostie. Esattamente, a ben pensarci,  come alcuni dei miei ragazzi, con la differenza che loro (cioè noi) la partita l’hanno pure persa. Miglioreranno, i giovanotti. Su Mourinho ho qualche dubbio.  Altro non dico, già che son squalificato…