Giornalista-marziano

Il bello del mio mestiere è che, talvolta, ti capita di spiegare perché è bello. Giovedì mi è stata data l’opportunità di parlare a ragazzi di quinta elementare. Il Covid impone distanze, ma la tecnologia aiuta. Le insegnanti hanno messo un maxischermo in classe… e il resto è venuto da sé.

Problema: ogni volta che si racconta il mestiere di giornalista alle nuovissime generazioni si ha come l’impressione di parlare di qualcosa di tremendamente vecchio e di risultare un soggetto avulso dalla realtà, piovuto da un’altra galassia. Però – mi dicono – gli studenti sono stati affascinati dal racconto o, perlomeno, interessati.

E io a chiedermi, durante l’ora di “lezione”, se qualcuno mai fosse interessato a fare il giornalista quando sarà tempo e, soprattutto, come si farà giornalismo quando i ragazzini di oggi saranno grandi. Immagino che l’informazione non muoia, anche se spesso risulta agonizzante. Tutto il resto, però, va oltre l’immaginazione (almeno la mia)

Massimo Brusasco

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