Radio
Lunedì, ore 8.15
Il 10 gennaio, ritorno a Radio Voce Spazio per riprendere le trasmissioni del lunedì. Dalle 8.15 alle 9, chiacchiere a tutto tondo, col pretesto di parlare di sport. Vi aspetto sui 93.8 fm.
Passione antica
Quella per la radio è una passione che ho da oltre trent’anni. Sarò sempre riconoscente a Radio Voce Spazio di San Michele (Alessandria) che mi ha accolto sulla sua frequenza (93.8 fm). Mi potete ascoltare il lunedì alle 8.15: si parla di sport, ma non solo. E sappiate che sono il corrispondente “molto speciale” da Alessandria di “Morning show”, la trasmissione che Marco e Giò conducono ogni mattina su Radio Grp.
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Amo la radio. È una passione che ho dal 1990, o giù di lì. Non mi ha mai abbandonato. Mi piace perché hai la sensazione di parlare a un sacco di gente (anche se il segnale non arriva oltre due isolati), hai possibilità che la televisione non ti concede, né ti devi preoccupare di come sei vestito… Amo la radio, che per me è sinonimo di libertà.
Cominciai nel 1990 a Radio Voce Spazio (93.8 fm), emittente che non ho mai abbandonato e che, dopo avermi visto all’opera come radiocronista dai campi, ancora oggi mi ospita il lunedì. Celebre, ma spero che la si riprenderà, la trasmissione “Calci al pallone”. Dalla stagione 2015-2016, dopo un lunga parentesi a Radio Alex, sono approdato su Radio Gold 88.8, prima di continuare l’esperienza, seppur in modo molto più occasionale, su Radio Grp.
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13 febbraio, giornata della radio
Il 13 febbraio, è la Giornata mondiale della radio. E poiché io, in un modo o nell’altro, partecipo da più di trent’anni a trasmissioni radiofoniche non posso che unirmi, pur con ritardo, alle celebrazioni.
La radio è antica e moderna, vicina e lontana, racconta e fa cantare. E’ storia e geografia, italiano e inglese, anche un po’ scienze, certamente arte e forse matematica. Manca educazione fisica, ma è di sicuro religione (avete presente “Ascolta si fa sera”?). E’ informazione e intrattenimento, sapere e svago.
E’ anche immaginazione. Ha il potere di un libro: tu leggi e cerchi di capire com’è quel personaggio e come quel luogo. Con la radio è uguale: ascolti e ti figuri il volto di chi parla (ma capisco che ora col web è anche facile trovarne i connotati). La radio sono i gol descritti senza telecamere e potrei raccontarvi di azioni coi fiocchi che, in realtà, erano ciofeche.
La radio arriva tra la gente, come cantava Finardi. E’ un concetto ancora attuale, anche se non bisogna più girare le manopole né direzionare l’antenna per trovare la stazione desiderata.