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San Salvatore comincia con me

Sono onorato di essere incluso nell’elenco degli eventi del “Settembre sansalvatorese”. Di più: quello con la presentazione del mio romanzo  “Il raduno dei Gramigna” è il primo degli appuntamenti di un programma molto ricco. Vi aspetto domani, giovedì, alle 21.15, sarò sulla terrazza della biblioteca comunale di San Salvatore Monferrato; a dialogare con me, Laura Merlo. Ci sarà anche Davide Indalezio delle Edizioni della Goccia, la casa editrice con cui ho il piacere di collaborare- A proposito: se non trovate il libro, non esitate a contattare il sito www.edizionidellagoccia.it.

Il sorriso al contrario della Liguria

Quel che segue è un racconto pubblicato sul “Piccolo” di ieri,  dopo la strage di Genova.

Che poi se la guardi bene, la Liguria è fatta a forma di ferita. Anche di un sorriso al contrario, certo. Il contrario di un sorriso è tristezza, che è un miscuglio di cose, dal dolore alla delusione, dal rammarico al lutto. C’è tutto, nella Liguria di oggi e nella sua Genova che di questa ferita è il centro, una città dove gli svincoli micidiali citati da De Gregori sono diventati morte, sotto forma di un ponte crollato. Il ponte su cui alzi la mano chi non c’è passato. Ci andava chi dall’A26 si recava a Levante e chi dalla A7 veniva a Ponente. Quelle sono le nostre autostrade. Anche quel ponte, a buon diritto, era un po’ nostro, con la struttura che ricordava Brooklyn e quel vuoto là sotto che un po’ faceva paura, ma poi l’ansia finiva perché s’arrivava oltre. Fino a martedì si poteva arrivare oltre.

Le montagne da una parte, il mare dell’altra, e lui, il ponte, un taglio necessario per superare una città che è chiusa dalla natura e che si è sviluppata per il lungo e per l’alto, non potendo fare altrimenti.

Non è mica come le altre, Genova, che deve pagare un eterno tributo al suo essere incastonata, tanto più se gli uomini anziché aiutarla la soffocano col cemento. Lo si capisce ogni volta che piove un po’ più del solito. E più del solito, ormai, piove spesso.

La vecchia repubblica marinara è tormentata dai suoi monti che sembrano sempre spingerla verso il Mediterraneo. Lei cerca di resistere, Genova, questa città multicolore, dove il porto antico è nuovo, il bello è tenuto nascosto e la notorietà è data dalla Lanterna che non sarebbe poi questa gran cosa non fosse perché evoca l’approdo, il riferimento. Genova, riferimento lo è stato sempre, nella sua storia contrastata, che sfocia in un presente fatto di stranieri che vendono di tutto privilegiando il falso e che sono ormai l’essenza di quei quartieri e quei vicoli che De André ha raccontato come nessun altro ha più saputo fare, capace com’era di offrire dignità agli ultimi, puttane comprese.

Genova sa di muffa e vivacità, un contrasto come la montagna e l’arenile, l’andare e il venire, perché da qui si sbarca e qui si giunge. Cantieri e camalli, croceristi e broker, il Genoa e la Sampdoria, Pré e Pra’, i cantautori di una ‘scuola genovese’ che ha intruppato anche artisti del nostro Piemonte. Di noi, gente per la quale quella regione fatta a forma di sorriso al contrario vuol dire, soprattutto, vacanza, anche se non a buon mercato, anche se ci lamentiamo dei parcheggi, anche se sui liguri ne avremmo da dire, abbondando in luoghi comuni.

Poi capita la vigilia di un Ferragosto come tanti. Ma, come mai successo, stavolta crolla un ponte, quel ponte tra il mare e la montagna, col vuoto là sotto. E’ il ponte che ti lasciava in ansia, ma tanto sapevi che, di lì a poco, saresti arrivato oltre.

Invece, d’improvviso, o forse non proprio perché c’è chi dice che non è questione di destino ma di manutenzione… Invece succede che crolla, facendoci capire una volta di più che tra la vita e la morte il confine è un niente: basta essere un metro più in qua o uno più in là. E questa Genova di strade sopraelevate e vie che si inerpicano tra nobiltà e miseria, si scopre spezzata, come tutta la Liguria e affranti siamo pure noi, liguri soltanto per affetto e per qualche analogia.

La regione fatta a forma di ferita è divisa in due. E non è che quando una ferita si sdoppia faccia meno male. Anzi.

 

 

Miss ed eccellenze in una bella serata

Ieri sera ho avuto l’onore e il piacere di presentare (con Mauro Carrabs) la finalissima di “Miss Alessandria”, concorso che mancava dal 2011. Piazza Marconi ha offerto una scenografia ideale, le ragazze hanno portato fascino e bellezza, e l’idea di premiare le “eccellenze alessandrine” (nove protagonisti, dalla musica allo sport, dall’industria all’associazionismo…) è stata sicuramente vincente. Ringrazio Four Promotion per avermi invitato, tutti quelli che hanno contribuito alla riuscita dell’evento (vi risparmio il lungo elenco) e il numeroso pubblico che ha sostenuto le ragazze e sottolineato con applausi i vari momenti della manifestazione. Per la cronaca, “Miss Alessandria” è Benedetta Ruffato, 22 anni di Castellazzo.

Ci vediamo in piazza con le Miss

Stasera, venerdì 10 agosto, in piazza Marconi ad Alessandria sarà assegnata la fascia di “Miss Alessandria”. In lizza alcune ragazze che hanno vinto le selezioni, cominciate in primavera. Avrò l’onore di presentare la serata (inizio alle 21), affiancato da Mauro Carrabs. Nell’occasione saranno anche consegnati premi a nove eccellenze di altrettante categorie: sono riconoscimenti  in onore di Momi, giovane borgorattese morto a seguito di un incidente in moto. Sarà una serata ricca di contenuti, con spazio alla bellezza ma non solo. Vi aspetto in piazza, nella certezza che trascorreremo un paio di ore molto piacevoli.

A Viarigi con i Gramigna

Stasera, venerdì, alle ore 21.15, sarò a Viarigi (Asti) a presentare il mio libro “Il raduno dei Gramigna”. Ci troveremo nel cortile del circolo Anspi in via Roma, a chiacchierare col sindaco Francesca Ferraris e con tutti quelli che avranno il piacere di trascorrere una serata all’insegna dell’allegria. All’iniziativa collabora il mio amico Carlo Carnevale che, nella sua edicola viarigina, ormai da qualche giorno ha a disposizione il volume. Per eventuali acquisti, però, si può fare affidamento al sito www.edizionidellagoccia.it, oppure ricorrere ai consueti canali di distribuzione online (Amazon compreso).

Stasera la commedia a Garbagna

Non spaventatevi per l’eventuale maltempo: a Garbagna sono attrezzati. Se tutto andrà come speriamo, e immaginiamo, saremo nel cortile Rovelli in piazza Principe Doria; se la pioggia volesse mai partecipare all’evento, ci esibiremo alla Soms. Garbagna ci aspetta e noi siamo pronti per un sabato di risate con la commedia “Si siamo aggiustati tutti bene” (i dettagli, su questo sito).  Dopo il successo di Felizzano, andiamo a esplorare un paese che ci ospita per la prima volta e che ci auguriamo di non deludere. Si inizia alle 21.15, ingresso a offerta.

Corridere

Corridere è un verbo che mi piace. Coniuga la parola Corrida  al ridere. Ieri sera, in effetti, la Corrida ci ha fatto ridere (con barzellette, gag, situazioni brillanti), consentendoci di trascorrere piacevoli momenti fubinesi, e di sostenere l’oratorio. A nome della Compagnia Teatrale, artefice dello spettacolo, ringrazio tutti quelli che hanno concorso al successo, a cominciare da chi, con più o meno sfrontatezza, si è messo in gioco salendo sul palco, per arrivare ai tecnici e a quelli che hanno lavorato per gli allestimenti. Senza gioco di squadra si realizza   poco, e senza quella sana follia che anima molti dei protagonisti non si otterrebbe un risultato come quello conseguito. Grazie, infine, al pubblico: numeroso, partecipe, fantastico. Non importa chi ha vinto o chi è stato premiato: secondo me è stato il successo del paese. E giovedì sera, ai campi Cerrina, debutterà la patronale, con i ragazzi del Centro estivo, che della Corrida sono fedelissimi.

Felizzano, tanta roba (e Corrida)

Ci stupimmo per il gran numero di sedie messe in piazza, accusando di ottimismo gli organizzatori. Invece hanno avuto ragione loro, per fortuna. Felizzano, domenica sera: un sacco di gente per la nostra commedia, che quasi le sedie (tante, appunto)  non sono state sufficienti. Che dire se non “grazie” a tutti quelli che sono venuti ad assistere a “Si siamo aggiustati tutti bene”, la commedia della Compagnia Teatrale Fubinese… E’ stata una bellissima serata in una splendida cornice, com’è piazza Paolo Ercole; risate, applausi… insomma, tutto quello che chi recita si augura. Non ci resta che sperare di ripetere il successo sabato 28 a luglio, a Garbagna, paese in cui siamo una novità assoluta. E,  a proposito di appuntamenti: domani, martedì 24, in piazzetta Croce rossa a Fubine, torna “La corrida”, con i “dilettanti allo sbaraglio” pronti a stupire… e non aggiungo altro.

Qualcosa sui migranti

Mi capita spesso di scrivere su migranti, richiedenti asilo, extracomunitari in genere. E quasi sempre subisco le rimostranze di qualche lettore (spesso distratto o superficiale). Se racconto di stranieri impegnati nel volontariato, desiderosi di integrarsi e alle prese con difficoltà burocratiche, c’è chi mi chiede in che mondo io viva, essendo reo di non sapere che gli stranieri stuprano, rubano e sono responsabili di svariate nefandezze. Se, come successo ieri, parlo di sicurezza con quale riferimento (perché lo dicono le statistiche) agli stranieri, ricevo gli strali di quelli che dicono che tra reati e profughi non c’è una correlazione e che, per giunta, quando culture diverse si intrecciano, tutti ne beneficiamo. Noto sempre che c’è chi ragiona acriticamente, per partito preso, rifiutando  opinioni altrui, Si è sempre  po’ tifosi e il tifo si scontra con lucidità e obiettività. Ci vorrebbe, forse, un maggior distacco, una capacità di fare un passo indietro, nella certezza che a debita distanza si possano vedere (dunque giudicare) le cose con più obiettività. Invece, incapaci di mediare, la nostra società ha bisogno d’altro. Non averlo, o non raggiungerlo, mi pare cosa deleteria.

Il bello dei ragazzi

Incontrare i ragazzi è spesso un piacere. Ieri, certamente, ne abbiamo avuto la prova durante la festa che “Il Piccolo” ha organizzato invitando a Villa Guerci gli allievi che hanno conseguito 100 (con o senza lode) al recente esame di maturità. Sapere cosa pensano, quali sono i loro obiettivi scolastici, quali i sogni è di importanza vitale per un giornale che vuole garantirsi un futuro. A loro abbiamo offerto un pomeriggio interessante, grazie a ospiti che hanno portato le loro esperienze “di successo” e che sono stati in grado di coinvolgere i presenti. A chi ripone poca fiducia nei giovani, possiamo raccontare di una parentesi felice, che ci riconcilia con l’oggi ma, soprattutto, ci va intravedere un domani roseo.