Il sabato dei sindaci

Chissà se Chiara Appendino che, di fronte alla piazza piena di manifestanti composti chiedenti la Tav, ha  cominciato a pensare che non si può sempre dire no (allo Olimpiadi, allo sviluppo…) e che, comunque, c’è un popolo pacifico che merita di essere ascoltato. E’ quello a cui fa riferimento, immagino, Giuseppe Sala, imprenditore prima ancora che sindaco di Milano: Di Maio l’ha definito “fighetto”, cosa che magari non avrebbe fatto se  avesse messo a confronto i curricula di entrambi. E poi Virginia Raggi. Di Maio, appellandosi a un regolamento del suo movimento, disse che il sindaco si sarebbe dovuto dimettere in caso di condanna: l’accusa aveva chiesto, a carico della Raggi, 10 mesi: e si è solo al primo grado di giudizio. Per la legge italiana i gradi di giudizio sono tre:   i Cinque stelle potrebbero distinguersi in altre circostanze per tempestività e solerzia. Poi magari andrebbe rivisto qualche giudizio sui giornalisti, ma sarebbe pretendere troppo.

Massimo Brusasco

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