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C’è molto da “Ridens”

Siamo reduci dal doppio appuntamento con “I canonici”, sempre col tutto esaurito. Immaginerete l’euforia di attori dilettanti, quali siamo, di fronte a un pubblico divertito e plaudente. Abbiamo vissuto due serate davvero emozionanti: un grazie a chi ha partecipato, a chi ci muove appunti costruttivi e a chi, apprezzando la nostra commedia, ce lo ha fatto sapere. Con “I canonici” si chiude la 20esima edizione di “Fubine Ridens”. E credo di poter dire che è stata quella che ha riscosso maggior successo di presenze in platea. L’effetto della nuova sede, il Teatro dei Batù, avrà certamente contato, ma io penso che decisiva sia stata la perseveranza della Compagnia, che non si è scoraggiata nei momenti difficili e che ha continuato a credere in un progetto culturale (sì, culturale) che non può che qualifica il paese, anche se, a dirla tutto, Fubine risponde in modo inferiore alle attese. Per fortuna, però, abbiamo uno zoccolo duro di spettatori che arriva da fuori e che crede nella bontà della proposta. A tutti questi va il nostro grazie, che estendiamo poi alle compagnie partecipanti, sia le veterane della rassegna che quelle che a “Fubine Ridens” hanno debuttato in questa stagione, contribuendo al successo.

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Canonicamente

Continuo a raccontarvi di teatro, ma siamo nel pieno dell’attività. Quindi mi giustificherete. Siamo reduci dalla prima delle due serate fubinesi della nostra nuova commedia, intitolata “I canonici” e mi piace condividere la soddisfazione non solo per avere recitato davanti a una platea gremita, ma anche per la riuscita della pièce, pur con le imperfezioni delle quali speriamo si sia accorto  più chi è stato sul palco che chi ha assistito allo spettacolo. Stasera (domenica) la Compagnia Teatrale Fubinese replicherà: alle 21.15 si aprirà di nuovo il sipario del Teatro dei Batù di Fubine e sarà riproposta la storia dei canonici e del quadro che li raffigura, ovvero quello realizzato da Pier Francesco Guala nel 1748. Mi dicono che anche stavolta  ci sarà il tutto esaurito. Sono contento.

 

Ci siamo

Ebbene sì, ci siamo. Dopo il “numero zero” di sabato scorso a Rivarone, la commedia “I canonici” è pronta al debutto ufficiale. Succederà stasera, sabato, al Teatro dei Batù di Fubine dove, alle ore 21.15, si alzerà il sipario, con la Compagnia Teatrale Fubinese grande protagonista. E’ annunciato il tutto esaurito e la cosa ci riempie di gioia: significa che la gente ci segue e che c’è interesse attorno a una pièce tutto sommato anomala per i nostri standard, dal momento che si rifà a un fatto storico, attorno al quale mi sono permesso di romanzare. “I canonici” narra la genesi del quadro “I canonici di Lu” che Pier Francesco Guala realizzò nel 1748.  Faremo un tuffo nel passato, con i nostri bei vestiti da prete, completati dalle cappe magne, autentico valore aggiunto… visivo. Per tutto il resto, l’invito è venire a teatro. Domenica replicheremo, stesso posto, stessa ora, con probabile sold out. Se volete informazioni non esitate a chiamare lo 0131  778461.

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Il teatro e il senso della vita

Il debutto della nostra  nuova commedia intitolata  “I canonici” è capitato, sabato sera, fra  due eventi opposti.  Nel pomeriggio, a Fubine, si sono svolti i funerali di Gregorio Cacciabue, morto a 90 anni; è stato lo “storico tecnico” del nostro sodalizio che ha contribuito a fondare nel 1981. Alle 13 di domenica è nata Beatrice Mortara, che ha reso nonno il nostro attore Giuseppe Balestrero e bisnonno un veterano del palcoscenico, Angelo Balestrero, ai quali rivolgiamo le nostre felicitazioni. La vita è fatta  di andare e venire, di lutto e letizia, di lacrime e sorrisi. E di emozioni. Sabato, credo che i protagonisti dei “Canonici” si siano emozionati, come sempre succede a una prima. E la telefonata di Angelo, poco dopo le 14 del giorno dopo, è stata un breve condensato di emozioni, perché – checché se ne possa dire – queste non hanno età. Per fortuna.

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Stasera il debutto dei “Canonici”

Ci siamo. Dopo letture, prove, preparazione di scenografie e costumi, la nuova commedia della Compagnia Teatrale Fubinese è pronta al debutto. Succederà stasera, sabato, a Rivarone, in un accogliente Salone dei Ciliegi.  La commedia si intitola “I canonici”. E’ ispirata a una storia vera, datata 1748, quando Pier Francesco Guala dipinse il celebre quadro “I canonici di Lu”, a seguito della concessione papale, ai canonici stessi, di indossare la cappa magna e il rocchetto. Attorno a questa vicenda, ho lavorato un po’ di fantasia… E spero che il risultato lo possiate apprezzare. Con me sul palco ci sono Maurizio Ferrari, Massimo Bosia, Paolo Tafuri, Franco Mordiglia, GianPietro Brusasco, Giuseppe Balestrero, Franca Reposio, Marina Roncati, Claudia Capra e Angelo Balestrero; li ringrazio per l’impegno profuso fin qui, così come un grazie va a chi, a cominciare da Lidia Mordiglia e Giancarlo Devidi, si prodiga per il successo dei nostri spettacoli. Alle 21.15 di stasera parte la nuova avventura. L’8 e il 9 aprile saremo a Fubine. Insomma, procediamo. Canonicamente.

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Ciao Gregorio, l’uomo dei cavi

Gregorio Cacciabue è morto a novant’anni. E’ stato uno dei fondatori della Compagnia Teatrale Fubinese. Non un uomo da palco, ma il tecnico dietro le quinte. Anzi, anche “sopra” le quinte, perché, nel salone della casa del popolo, si era costruito una sorta di soppalco minuscolo dal quale poteva controllare lo svolgimento degli spettacoli e, dunque, governare luci e audio. Immaginatevi una posizione scomoda, moltiplicatela per cento e forse vi renderete l’idea. E poi avete presente il bagagliaio di un’utilitaria? Ecco, adesso pensatelo colmo di cavi di qualunque dimensione, di fili che iniziano e che paiono non finire, di prese tenute assieme dal nastro isolante… La macchina di Gregorio era più o meno così, quando si trattava di trasportare il materiale della Compagnia, fatto di luci fioche, di artifizi che pretendevano di  dare colore, di strampalerie che, a raccontarle ora, sembra che sia passato un secolo. Invece, erano i primi anni Ottanta, quando gli effetti erano garantiti anche dal flash fatto a dado della macchina fotografica o quando  per creare il fumo Gregorio e altri pionieri del nostro teatro andarono a rifornirsi di polvere da sparo in una polveriera… Gregorio era anche quello di “Fiume amaro”, una delle canzoni più tristi della storia della musica leggera italiana: la usava spesso come preludio alle nostre commedie (immaginando, forse, che dopo tanta tristezza, il pubblico avrebbe riso più facilmente). Meno male, però, che c’era Gregorio e che ci sono stati quelli come lui. Si sa: senza le radici non esistono gli alberi. Se domani torneremo in scena con un nuovo spettacolo, è perché abbiamo potuto godere di Gregorio, della sua abnegazione, del suo impegno, della sua bontà e di una fantasia smodata che il digitale d’oggi non richiede. Noi, al tempo, la richiedevamo eccome. E ce ne siamo beati.

Vi siete ricordati di festeggiare?

Ieri, 27 marzo, era la Giornata del teatro. Mi auguro che qualcuno dei miei “colleghi” teatranti se ne sia ricordato e abbia, in qualche modo, celebrato un’arte che pare sempre figlia di un Dio minore. Eppure, anche senza troppi clamori, di cose ne succedono tra le quinte di un palcoscenico. Parlo di noi, ad esempio, cioè della Compagnia Teatrale Fubinese: da 20 anni organizziamo una rassegna, da 35 siamo in attività e, giusto sabato prossimo, proporremo il nostro nuovo lavoro che ci sta impegnando parecchio. Attorno a noi, cioè nel raggio di pochi chilometri, di voglia di teatro se ne respira abbastanza: penso ai molti sodalizi come il nostro, alle rassegne che pian piano crescono, a iniziative come “Teatro a km zero”, proposto per la prima volta, dal Comune di Alessandria, o ad alcuni momenti che definirei “alti”, come il recente “Sorelle Materassi” all’Alessandrino. Senza contare le proposte al Teatro San Francesco e i vari corsi che, dai Pochi in giù, vengono organizzati puntualmente. E poi ci sono le iniziative estemporanee, frutto dell’entusiasmo di qualcuno che, senza l’incombenza della ritualità, prova a mettersi in gioco, recitando. Io penso che il teatro sia questo e altro ancora: il fare, il proporre, il divertirsi, il commuovere, sempre favorendo il “benessere”, da intendersi come crescita intellettuale ma anche, semplicemente, come un momento di svago e di libertà.

Teatro e cabaret, la settimana dei debutti

Quella che inizia è una settimana importante, teatralmente parlando. E’ quella dei debutti, con l’entusiasmo, le incertezze (ma anche le certezze, ovvio), le ansie che accompagnano le “prime” di uno spettacolo. Il 30 aprile, al Teatro Gioiello di Torino (via Colombo, 31), Marco e Mauro presenteranno il loro nuovo spettacolo, intitolato “Tacatevi al treno”, che ha avuto a Fubine un’anteprima che possiamo considerare una prova generale. Di Marco e Mauro sono autore ormai da anni: penso che “Tacatevi” sia uno show un po’ diverso dal repertorio canonico, ma egualmente divertente, col marchio di fabbrica di Marco e Mauro che è ormai una garanzia. Le repliche al Gioiello dureranno fino a domenica 2 aprile; mi piace apprezzare che siamo prossimi al “tutto esaurito” per i 4 spettacoli. E, sabato 1 aprile, a Rivarone decollerà “I canonici”, la nuova commedia della Compagnia Teatrale Fubinese. Dopo un inverno di prove, siamo (quasi) pronti. L’8 e il 9 aprile, poi, saremo al Teatro dei Batù di Fubine, due repliche per le quali vi consiglio di prenotare allo 0131 778461.

Stasera vi aspettiamo a Casale

Trasferta a Casale Monferrato per la Compagnia Teatrale Fubinese che stasera, venerdì 24, alle ore 21. nello spazio spettacoli della Fiera di San Giuseppe (ingresso libero) si esibirà in versione quartetto per uno show di musica e cabaret. Sul palco con me ci saranno Maurizio Ferrari, Massimo Faletti ed Enzo Garlando. Un’ora e mezza di divertimento, tra gag, canzoni inedite e brani piuttosto noti.  Io vi consiglio di partecipare (ma non sono obiettivo).

Ascoltare storie e ottima musica

Va da sé che avere come ospiti i Joy Singers facilita il compito. Il coro gospel di Valenza è stato ancora una volta eccezionale. E ieri, mercoledì, lo ha apprezzato anche il pubblico del “Salotto del mandrogno”: c’era tantissima gente e penso che  i più non si siano pentiti d’avere partecipato. Sul palco, due candidati a sindaco come Oria Trifoglio e Michelangelo Serra, gli scrittori Angelo Marenzana e Danilo Arona, Laura e Caterina dell’associazione Cuore di maglia, il deejay Stefano Venneri e poi quello straordinario coro, diretto da Silvia Benzi e Gabriele Guglielmi, con Andrea Girbaudo alla tastiera, Claudio Mazzucco a presentare… E, naturalmente, c’era il cast fisso, con Gianni Naclerio, Franco Rangone, Ugo Boccassi e Gianni Pasino. Abbiamo ascoltato buona musica e storie interessanti, i propositi di candidati giustamente ambiziosi ed evidenziato, ancora una volta, eccellenze alessandrine: l’associazione Cuore di maglia, secondo me, rientra fra queste. Raccontarvi i dettagli è complicato e non darebbe bene il senso di quanto accaduto. Posso solo invitarvi a seguirci su Radio Gold (88.8, 89.1 fm), venerdì alle ore 21, quando il Salotto sarà replicato. Altrimenti, vi do appuntamento (dal vivo) al prossimo mese…

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