Categoria: News

Salotto del mandrogno, tutti gli ospiti

Anni Settata e dialetto tra i temi portanti del “Salotto del mandrogno”, il talk show in programma mercoledì 18 alle ore 21.30 al circolo Casetta di via San Giovanni Bosco, Alessandria (ingresso libero). Conduce Massimo Brusasco, con il commento musicale di Gianni Naclerio e Franco Rangone e il contributo degli opinionisti Ugo Boccassi e Gianni Pasino. Tra gli ospiti, il celebre cantante Al Rangone, il duo Svisa-Dedè, artefice della celebre Radio West; Luisella Melchionni, con la quale si parlerà di mondo del commercio; il professor Gianluigi Ferraris, artefice di un dizionario sul dialetto; Marco Biorci, barzellettiere (specialità vernacolo); Emiliana Illiani, regista teatrale che ci racconterà come la prevenzione le abbia salvato la vita; Angela Del Medico, parrucchiera. Lo spettacolo, sostenuto da Comune, Fondazione Cassa di risparmio, Fiori allo specchio e profumi La Gardenia,  sarà registrato da Radio Gold che lo manderà in onda sugli 88.8 e 89.1 venerdì 20 alle ore 21.

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Stasera si ride con Feydeau

Feydeau è un maestro della risata. La compagnia Nuovo Palcoscenico di Casale è uno dei migliori sodalizi della provincia. Stasera, sabato, avremo l’opportunità di confrontarci… con tutti e due. Il gruppo, guidato da Giuseppe Costantino, presenterà infatti “Vaudeville”, con testi di Georges Feydeau. Vi aspettiamo alle ore 21.15 al Teatro dei Batù di Fubine. Sarà il quarto appuntamento della 20esima rassegna Fubine Ridens. Lo spettacolo merita, il biglietto di ingresso (come ormai da anni…) costa 7 euro; il teatro è un piccolo gioiello, grazie al recupero di un’antica chiesetta nel cuore del paese. Insomma, vi aspettiamo per una serata certamente piacevole.

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La produzione 2017: “I canonici”

“I canonici” è la nuova commedia della Compagnia Teatrale Fubinese (debutto ufficiale sabato 1 aprile a Rivarone, Alessandria). E’ ambientata nel 1748, anno in cui il pittore Pier Francesco Guala realizza il quadro “I canonici di Lu” che, a settembre 2016, ha fatto rientro a Lu, ospitato nel Museo di arte sacra, dopo che, per mezzo secolo, è stato custodito nel Museo civico di Casale.

La vicenda. I canonici di Lu ambiscono a indossare la cappa magna e il rocchetto, prestigiosi simboli ecclesiastici. Per fare sì che papa Benedetto XIV conceda loro questa possibilità, chiedono aiuto al cardinale Giacomo Millo, solito recarsi in Monferrato dove risiedono alcuni famigliari. Nel periodo di Ferragosto del 1748, arriva la tanto sospirata concessione, festeggiata con tre giorni di baldoria esagerata, durante i quali i canonici, addirittura, buttano denaro dalle finestre destinandolo ai poveri del paese. Pier Francesco Guala, uno dei pittori più rinomati del tempo, viene convocato a Lu affinché ritragga i canonici. Il prodotto è un quadro straordinario: raffigura i religiosi intenti a scrivere una lettera di ringraziamento al cardinale Millo.

La commedia. “I canonici” è una commedia brillante scritta e diretta da Massimo Brusasco, per la Compagnia Teatrale Fubinese. Il cast è composto da Marina Roncati, Franca Reposio, Claudia Capra, Angelo Balestrero, Maurizio Ferrari, Giuseppe Balestrero, Massimo Bosia, Paolo Tafuri, Massimo Brusasco, Franco Mordiglia e Gianpietro Brusasco, con la preziosa collaborazione di Lidia Mordiglia, Cesare Langosco e Giancarlo Devidi. La pièce, ambientata nel 1748, si svolge nella canonica della chiesa di Santa Maria, punto di riferimento per i canonici del paese. Che non sono certo religiosi altolocati, bensì ruspanti preti “da paese” che, come tali, si comportano, anche quando si trovano al cospetto del cardinale Millo, uno degli uomini di fiducia di papa Benedetto XIV.

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Cabaret e musica

“Va là che vai bene” è il titolo di uno spettacolo leggero che mescola musica e cabaret. La Compagnia Teatrale Fubinese lo produce affidandolo a Massimo Brusasco, Maurizio Ferrari e a Massimo Faletti, apprezzato chitarrista. In un’ora e mezza, battute, gag, una miscellanea tra dialetto e italiano, canzoni note e chicche inedite, composte dagli artisti stessi. A seconda dei casi, poi… Il trio si avvale di ulteriori elementi, valore aggiunto a uno show frizzante e, per certi versi, sorprendente.

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Sarebbero quarantasette

Essendo nato l’8 gennaio 1970, oggi ho compiuto 47 anni. Non è che la cosa mi faccia così piacere; me ne sento 20, ne dimostro qualcuno in più, ho la netta percezione del tempo che passa, e un po’ mi girano… Non essendo particolarmente avvezzo alle feste comandate (mi piace dire che ogni giorno cerco  di trovare motivi per festeggiare), figuratevi quanto possa essere lieto nel celebrare il compleanno, anche perché non ho mai splendidi ricordi su questo giorno (per dire: anni addietro, finii in un fosso con l’auto…). Insomma, un po’ mi girano. Però, oggi ho avuto un sacco di testimonianze d’affetto, anche con la complicità di Facebook che avverte gli amici, inducendoli agli auguri. Sono parecchi quelli che mi hanno scritto in privato, che hanno usato WhatsApp, gli sms, quelli che hanno telefonato, quelli che si ricordano senza l’aiuto dei social network… Avrei un bel po’ di grazie da dispensare, anche a chi con regali, materiali e non, ha mostrato vicinanza.  Ps: oggi, alla guida, sono stato particolarmente prudente…

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Vorrei ringraziare Beppe Grillo

Vorrei ringraziare Beppe Grillo per avere, improvvisamente, fatto rivalutare i giornali. I giornali veri, dico; quelli che sono registrati in tribunale, che hanno un direttore responsabile (che, dunque, risponde in prima persona), quelli che hanno inviati, corrispondenti e redattori la cui “mission” è informare, creare dibattito serio, cercare di costruire. Nelle democrazie, di solito, succede. Accade anche che il giornalista sia considerato il cane da guardia del cittadino: una bella tutela, dunque, per chi ha il diritto-dovere di essere informato. Da ieri, con Grillo, abbiamo scoperto che invece è il cittadino a dover essere il cane da guardia del giornalista. Non è proprio la stessa cosa. Grillo, che sa parlare al popolo degli scontenti (molti, sempre più, con un’infinità di motivi per lamentarsi) ha buone intuizioni che, però, spesso lo portano a deragliare. Francamente, l’idea della giuria popolare per valutare giornali e tivù mi sembra un’autentica strampaleria più che una provocazione. I giornalisti rispondono ai loro lettori, sovrani quando vanno in edicola (o quando impugnano  il telecomando, o quando sono davanti al computer, nel caso di informazione sul web). E’ un tribunale, quello dei lettori, che personalmente temo molto. Evidentemente non hanno le medesime preoccupazioni quelli che sentenziano  dai blog e dai social, strumenti senza vincoli né  controllo. Un’eccezionale espressione di libertà, per carità. Ma francamente sono un’altra cosa,  che – malgrado le pecche dell’Ordine dei giornalisti e il discutibile lavoro di chissà quanti di noi   – ancor oggi proprio non riesco a preferire.

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Corsa, nebbia, sole e piedi per terra

Gli affezionati a questo sito sapranno ormai che il primo post dell’anno parla di running. Ormai da qualche tempo, inizio l’anno correndo. Ore 9, appuntamento con un ristretto gruppetto di amici per il canonico “giro dell’argine”. Stamani a tenermi compagnia c’era solo Gianluca; gli altri, attratti da mare e montagna, immagino ci abbiano seguito col pensiero. Iniziare l’anno correndo è un modo per mescolare metafora, buoni propositi, salute, sport, fatica, pensieri… Non abbiamo record da stabilire, solo l’incombenza di arrivare (senza troppi traumi). C’erano 5 gradi sotto zero, stamani, la brina a colorare. Il  sole sbucava dalla nebbia per allontanarla a poco a poco. Mi piace immaginare  che dopo le tante nebbie “del mondo”, torni il sole a dominare la scena. Lo penso mentre la radio mi descrive la strage di Istanbul, riportandomi immediatamente coi piedi per  terra (correndo, si sa, li si stacca sempre un po’ dal suolo).

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Il 35esimo anno, bella storia

Ieri sera, a Vignale, abbiamo proposto l’ultimo spettacolo del 2016, un anno importante per la Compagnia Teatrale Fubinese, essendo il suo 35esimo di attività. 35 anni sono molti: significa un’infinità di riunioni, serate di prove, palchi, discussioni; ma anche confronto con decine di “colleghi” attori, centinaia di amici incontrati, migliaia di spettatori… Significa, poi, legami forti, entusiasmo, voglia di fare per il proprio paese e non solo, un paese che ora ci ha messo a disposizione un nuovo spazio teatrale, piccolo gioiello che poche compagnie possono vantare. L’ultima performance ci ha visto esibire “solo” in versione trio, con uno spettacolo che portiamo in scena io, Maurizio Ferrari e Massimo Faletti. Una chitarra, due voci, gag, canzoni d’autore e parodie: un mix collaudato e vincente, che fa divertire. Anche ieri, il pubblico che ha aderito all’invito dell’Avis ha dispensato applausi e risate. E’ questo, fondamentalmente, il carburante di un motore che tornerà a girare nel 2017, anno della nuova commedia “I canonici”, ma anche di altre iniziative. La prima? “Fubine Ridens” il 14 gennaio, preludio alla Giornata del dialetto che sarà il 17 e che ci vedrà partecipi.

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Venerdì 30 si recita a Vignale

Sarà ancora una volta Vignale, come da piacevole tradizione, l’ultima tappa dell’anno della Compagnia Teatrale Fubinese. A invitarci, stavolta, è l’Avis che festeggia la ripresa dell’attività invitandoci per uno spettacolo che si svolgerà venerdì 30 alle ore 21.15 nell’aula Cavour di piazza del Popolo. “Va là che vai bene” è il titolo che abbiamo dato a uno show estemporaneo, fatto di gag e canzoni, un po0′ di italiano, un po’ di dialetto, molto buonumore garantito da Maurizio Ferrari e Massimo Faletti, che mi accompagneranno in quest’ultima, piacevole, fatica del 2016. Che poi, quando ci si diverte… non è mica così faticoso. Mi auguro di vedervi numerosi, per festeggiare insieme, con qualche ora d’anticipo, l’arrivo dell’anno nuovo.

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Tanti auguri con Francesco

“Il Piccolo” ha pubblicato in prima pagina un disegno un po’ speciale. L’autore è Francesco, 5 anni; è affetto da autismo. Durante la festa dell’associazione “Il sole dentro”, ha disegnato se stesso. A chi gli ha chiesto come mai si fosse ritratto con un cerotto sulla fronte, ha risposto: “Perché ho male la testa”. A noi della redazione è piaciuto formulare gli auguri di Natale attraverso questo disegno significativo. Gli auguri giungano soprattutto alle persone in difficoltà, a chi soffre, a chi non trova motivi per sorridere, neanche a Natale. E auguri a Francesco che, con pochi tratti di biro ci ha insegnato molto.

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