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Il dramma vicino a casa

Un dramma è tale qualunque sia la distanza da casa nostra. Questo, però, avviene pure vicino, in Bosnia. Le avrete viste le immagini: profughi nella neve che cercano di raggiungere l’Italia, oppure confinati in una fabbrica dismessa. Attorno il gelo.

E’ una tragedia che dovrebbe riguardare (anche) l’Europa e che, perlomeno, dovrebbe farci riflettere, se non indignare. Ne racconto perché in Bosnia, in condizioni decisamente più favorevoli, ci sono stato, con l’associazione Sie, che ha tra le finalità aiutare popolazioni che, a inizio anni Novanta, hanno subito una guerra assurda e che, ancora oggi, ne pagano le conseguenze.

E’ un Paese di contraddizioni e corruzione, la Bosnia. Quel che fa la Sie è un’inezia rispetto ai bisogni. Ma è un’attività importante, volta a sostenere famiglie, bambini in particolare. Per me, resta un viaggio indimenticabile, straordinario per emozioni. Domani, sul “Piccolo”, con l’amico Paolo Ferrero, che nei Balcani è stato un’ottantina di volte, cercherò di raccontare quel che sta succedendo poco più in là del nostro confine.

E’ un’intervista che non sposterà nulla. Ma magari aiuterà a capire.

La presentazione del mio libro

Ho accolto ben volentieri l’invito della Biblioteca di Tortona per presentare il mio libro “Le mani del mago”. Purtroppo sarà soltanto un appuntamento in streaming ma, di questi tempi, bisogna accontentarsi

L’appuntamento è per venerdì 15 gennaio, alle ore 17.30 sul canale youtube della biblioteca stessa, sul cui sito, poi, si potrà rivedere.

Un grazie a Cinzia Rescia che mi dà modo di parlare di Sergio Viganò, il massaggiatore protagonista del libro (Bradipolibri editore) che non parla solo di calcio, ma anche del grande legame di amicizia tra il Viga e Roberto Mancini, attuale commissario tecnico della Nazionale di calcio.

Il libro è disponibile (o prenotabile) nelle libreria, oppure sui tradizionali canali web dedicati all’editoria. Si può anche richiedere alla mail acquisti@bradipolibri.it. Ma, prima, vi consiglio di dare un’occhiata alla presentazione… così non lo comprate a scatola chiusa.

Un anno fa

Un anno fa, l’8 gennaio, ho compiuto 50 anni. Ringrazio tutti quelli che oggi mi hanno fatto gli auguri, ma torno indietro di 12 mesi, quando la parola Covid non era nota, “lockdown” era da anglofoni, “distanziamento sociale” una follia e la cartina d’Italia era politica e fisica, semmai, non colorata di rosso, arancione e giallo.

Un anno fa, a quest’ora, si era in scena. Io con la Compagnia Teatrale Fubinese per presentare la commedia “Il racconto del conto della contessa” che, dopo quella data, purtroppo non è stata ripresa per evidenti motivi. Quella sera, grazie alla generosità degli invitati a teatro, riuscimmo a raccogliere fondi che la Sie, l’associazione a cui sono stati devoluti, ha utilizzato per acquistare una ricamatrice e una macchina per cucire professionale per allestire un laboratorio di sartoria in cui far lavorare persone appassionate di cucito, che possono godere di “borse lavoro”.

I macchinari sono stati acquistati e le signore sono all’opera (l’inaugurazione del laboratorio è solo rimandata). I progetti benefici della Sie continuano. E’ stato bello, la sera di un anno fa. Bello anche sapere che l’iniziativa ha avuto successo.

Ci aggrappiamo al passato, pur recente, per trarre spunti di positività in un 2021 che non inizia sotto i migliori auspici. Per fortuna siamo circondati di gente, come gli amici della Sie, che affrontano le difficoltà con idee, progetti, sorrisi. E possiamo rallegrarci un poco.

Una canzone per voi (ma soprattutto per noi)

Con la scusa di fare un regalo agli altri, l’abbiamo fatto a noi. A noi… che ci manca il palco, che ci piace cantare, che amiamo dire cose sensate facendo gli stupidi ma anche proporre idiozie restando seri. A noi, insomma. Il regalo che ci siamo fatti è una canzone che si potrebbe intitolare “Portiam nel 21” o, forse, “Ci salva il vaccino”. Non ci abbiamo ancora pensato e, a quanto pare, non ci penseremo. A noi è interessato farla, questa canzonetta. Dura poco, ha pure il video. Ci sono anche le parole a disposizione di chi, facendosi indubbiamente del male, la volesse cantare.

E’ l’augurio di buon anno della Compagnia Teatrale Fubinese. Il testo l’ho composto io, la voce è quella di Maurizio Ferrari e a tutto il resto, ma proprio a tutto, ha pensato Massimo Faletti, senza il quale saremmo qui a chiederci che cosa si potrebbe fare. Se avete voglia di ascoltare e vedere, il link è questo https://www.facebook.com/CompagniaTeatraleFubinese/videos/393687768395292

I commenti sono graditi, le condivisioni anche. Se non vi piace, però, fatevi gli affari vostri.

Allario, foto da “Fubinese”

Una breve cerimonia quasi privata per la consegna del “Fubinese dell’anno”, premio istituito dal 2008 dalla Compagnia Teatrale Fubinese, in collaborazione col Comune di Fubine. Al Teatro dei Batù, oggi, la tradizionale fibbia d’argento è stata consegnata a Roberto Allario, odontoiatra ma, nella fattispecie, fotografo e videomaker che, con foto e filmati, contribuisce notevolmente a fare conoscere Fubine, paese che, se ha uno slancio turistico, molto lo deve a lui che lo promuove al meglio.

Ha ricevuto il riconoscimento dal presidente della Compagnia Teatrale, Massimo Bosia, dal sindaco Lino Pettazzi e da Angelo Longo, “Fubinese dell’anno 2019”.

Perché un libro

Poche righe autopromozionali (chiedo venia, ma capirete) per dire ai fubinesi e agli abitanti dei paesi limitrofi che il libro “Le mani del mago”, che ho scritto per l’editore Bradipolibri, a Fubine è reperibile non solo al bar Disotto, ma da oggi anche al bar Centro. Potrebbe essere un bel regalo di Natale per: 1) appassionati di sport; 2) appassionati di racconti; 3) curiosi a vario titolo; 4) tifosi di Alessandria, Sampdoria, Lazio, Inter e Manchester City, ma anche del Cagliari; 5) tifosi di altre squadre che contro queste hanno giocato; 6) gente che ha dovuto ricorrere a un massaggiatore; 7) persone che credono nel valore dell’amicizia; 8) tutti quelli che pensano di non rientrare negli altri sette punti.

Il libro (costa 15 euro) è la biografia romanzata di Sergio Viganò. Che ha una storia bellissima che, secondo me, meritava di essere scritta.

In aiuto a Telethon (e Fedez)

Si dice spesso che la beneficenza occorre farla in silenzio. Però noi siamo un’associazione, quindi abbiamo non solo il piacere, ma fors’anche il dovere, di raccontarvi le nostre iniziative, anche perché magari hanno impegnato, poco o tanto, nostri amici che spalleggiano le nostre proposte.

E allora lo diciamo: la Compagnia Teatrale Fubinese anche quest’anno ha dato una mano alla fondazione Telethon, distribuendo cuori di cioccolato per sostenere la ricerca scientifica. L’occasione è propizia non solo per ringraziare tutti quelli che hanno collaborato ma anche per invitare chi può farlo a praticare opere di bene. Telethon è un’occasione, non l’unica. Scegliete la formula, il modo e il destinatario che preferite, intanto non c’è che l’imbarazzo della scelta.

Peraltro, Fedez sta facendo molto discutere per avere distribuito 5.000 euro, raccolti attraverso i fans, a 5 indigenti di Milano. E’ andato a portare i soldi in Lamborghini. Noi, a Telethon, faremo un bonifico.

Il nostro “Fubinese dell’anno”

In un 2020 decisamente balordo, la Compagnia Teatrale Fubinese non s’è sottratta al piacere (e quasi al dovere) di scegliere il “Fubinese dell’anno”, un premio che viene assegnato a chi si è distinto nel volontariato, nella promozione del territorio, in ambiti come l’economia, la cultura…

La scelta è caduta su Roberto Allario, odontoiatra che da tempo ormai si spende per fare conoscere il paese attraverso fotografie e video. Grazie alle sue opere, Fubine ha sempre più visibilità. Spettacolari, poi, le immagini realizzate col drone con le quali si possono meglio apprezzare anche le colline del nostro bel Monferrato.

Roberto mette la sua passione al servizio del paese e non possiamo che ringraziarlo. Non appena possibile gli consegneremo la “Fibbia d’argento”, premio che, in collaborazione con il Comune, viene consegnato, come tradizione, al “Fubinese”. E le foto… gliele faremo noi.

Fuori dal Comune

Premesso, come già scritto in precedenti occasioni, che decidere è complicato, spicca perlomeno un’anomalia nel Dpcm sul Natale, dovuta al fatto, probabilmente, che chi lo ha pensato vive in una grande città. Se risiedesse in un paese, o comunque non in una metropoli, forse avrebbe un concetto diverso sulle distanze e sui confini.

Qual è la logica che induce a imporre la “non uscita” dai territorio comunale? Stante così la norma, si può andare da Nord a Sud di Milano, da Ovest a Est di Roma, percorrendo svariati chilometri, ma non da Castelletto a San Salvatore, che sono praticamente attaccati, e neppure da Felizzano a Quattordio, località divise da un fossato. Peraltro, è fin scontato dire che a Castelletto il rischio assembramento è un po’ diverso da quello di Roma…

Non sarebbe stato più semplice e logico imporre una distanza chilometrica? Non importa il quanto, bensì il come. E non si farebbe una clamorosa disparità tra la grande città e la periferia che, anzi, specialmente in periodi come questi dovrebbe essere incoraggiata.

Alle 21 parliamo del Viga

Stasera, martedì 17, alle ore 21, presenterò in diretta il libro “Le mani del mago”, dedicato a Sergio Viganò. Sarà una chiacchierata per raccontare un grande personaggio, protagonista del calcio italiano. Con me ci saranno Antonio Frisina e Mauro Rizzin, che di Viganò sanno molto.

Il libro, edito da Bradipolibri, è disponibile nelle librerie e acquistabile su tutti i bookstore online.

Seguite la diretta copiando sulla barra degli indirizzi il seguente link:

https://meet.google.com/zwf-bsjk-jhv?hs=122&authuser=1

Vi aspetto!