Vincere col senno di poi

La Nazionale non sarà al Mondiale per la seconda volta consecutiva. Strano, se pensate che: 1) siamo campioni d’Europa (un po’ di fortuna, ma ci vuole anche quella); 2) sarebbe bastato che, nelle qualificazioni, avessimo segnato un rigore; 3) siamo stati eliminati negli spareggi dalla Macedonia del Nord (neanche tutta… solo quella del Nord).

Ora, col senno di poi, e dopo l’infausta partita di ieri sera: 1) Donnarumma non è in un periodo fortunato; 2) Forenzi al Milan fa la riserva di Calabria, che non è stato convocato; 3) Mancini non ha la personalità di un Chiellini che, forse, avrebbe potuto giocare titolare; 4) Bastoni di solito gioca in una difesa a 3; è la stessa cosa? sì, ma solo se sei forte a prescindere; 5) Emerson non è Spinazzola; 6) Barella è bollito; 7) Jorginho va pianissimo; 8) Verratti è forte se ha di fianco qualcuno più bravo di lui; 9) Insigne è sopravvalutato; 10) Immobile ha bisogno di spazi e in Nazionale non ha mai fatto bene; 11) Berardi sta disputando un’ottima stagione, ma nel Sassuolo: la caratura interazionale è altra cosa.

Con ciò, mandare a casa Mancini, o chiedergli di dimettersi, sarebbe un errore. Ha sbagliato alcune scelte, certo (c’è chi rimpiange Balotelli; io al limite rimpiango Vialli o Totti, per dire), ma se si perde con la Macedonia probabilmente ha molta più colpa chi è in campo.

E’ innegabile, piuttosto, che il nostro calcio stia sprofondando sotto molti punti di vista. Nel 2021, anno dei miracoli sportivi, è andato tutto per il verso giusto, ma probabilmente è stata la classica eccezione che conferma la regola. Non facciamoci illusioni, lecchiamoci altre ferite e consoliamoci: giocare i Mondiali d’inverno sarebbe stata un po’ troppo per le nostre consuetudini.

Massimo Brusasco

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