Autore: vf

Fubine Ridens

“Il raduno dei Gramigna”

Maggio 2018: al Salone del libro di Torino debutta “Il raduno dei Gramigna”, il mio nuovo romanzo, scritto per le Edizioni della Goccia. Prezzo di copertina: 12 euro. Ci sarà anche in versione ebook. Presentazione ufficiale: sabato 19 maggio, alle 17.30, alla libreria Mondadori di Alessandria (via Trotti, angolo via Bergamo).

DI COSA SI RACCONTA
A dispetto del cognome, i Gramigna sono persone animate da buoni sentimenti e dedite ad azioni virtuose. Sparse nel mondo, si ritrovano quando Cosimo organizza un raduno con tutti quelli che si chiamano come lui. L’incontro è la migliore occasione offerta a esponenti di una piccola cosca mafiosa per vendicare lo sgarbo ricevuto da un Gramigna, volontario in un centro di accoglienza per immigrati. In un tourbillon di personaggi strampalati, situazioni paradossali, identikit approssimativi, amori precari e pistole fumanti, sarà decisivo il cane Mazinga.

La copertina de “Il raduno dei Gramigna”

IL LIBRO COMINCIA IN QUESTO MODO
Il telefono squillò, ma la vecchia che se ne stava in poltrona restò indifferente. “Signora, risponda”, urlò Michele dalla cucina. Il telefono squillò ancora, a intervalli regolari. Michele ripeté l’invito, alzando la voce: “Risponda, che io devo mescolare il suo semolino, altrimenti s’attacca al fondo della pentola”.
All’ennesimo trillo, s’arrese. Mollò il cucchiaio, abbassò la fiamma e sbuffò, prima di presentarsi al cospetto della signora con un’aria severa ma non troppo. La vide intenta a giocherellare con l’apparecchio acustico. “Ma no! Non è una pallina”. Con la pazienza che all’anziana era nota, le sistemò il dispositivo, ricevendo un sorriso inebetito e una domanda: “Ma non sente che sta suonando il telefono?”.
Michele trattenne lo sbuffo e afferrò la cornetta. “Pronto”. “Buongiorno, scusi il disturbo – mormorò una voce garbata – Mi hanno dato questo numero dicendomi che, verso mezzodì, avrei trovato il signor Gramigna”. “Sì, sono io: Gramigna”. “Piacere, Gramigna anch’io”.

La produzione 2018: “Si siamo aggiustati tutti bene”

“Si siamo aggiustati tutti bene”. La Compagnia Teatrale Fubinese, dopo il successo della commedia “I canonici” dedicata alla genesi del quadro “I canonici di Lu”, torna a trattare un tema monferrino, attingendo dalla storia. Scritta e diretta da Massimo Brusasco, la pièce “Si siamo aggiustati tutti bene” è interpretata da Maurizio Ferrari, Doriana Bellinaso, Massimo Brusasco, Anna Cioffi, Cesare Langosco, Flavia Bigotti, Giuseppe Balestrero, Paolo Tafuri, Franco Mordiglia e Riccardo Robotti, con la collaborazione di Lidia Mordiglia e Giancarlo Devidi, le scenografie e i costumi a cura della Compagnia stessa. Voci fuori campo: Angelo Balestrero e Giulia Lento.

La storia. Anno 1927. C’è maretta a Coniolo, paese del Monferrato a pochi chilometri da Casale. Gli abitanti si ribellano per l’eccessiva attività estrattiva nel sottosuolo: un prelievo smodato che, indebolendo il terreno, rischia di fare crollare le case soprastanti. I coniolesi, che sono in prevalenza minatori, minacciano una protesta dal ministro, temendo il ripetersi di quando accaduto 22 anni prima, quando, a seguito di alcuni crolli, gli abitanti decisero di vendere i terreni alle ditte dedite all’estrazione della marna da cemento e, mattone dopo mattone, trasferirono il paese dalla riva del Po alla collina.
Il 1927 è un anno cruciale sotto molti aspetti. Il Regime fascista approva la legge sul celibato: tasse più alte per chi non si sposa. Cambia, inoltre, la norma sul diritto minerario: il sottosuolo non è più di proprietà di chi ha i terreni soprastanti, bensì dello Stato. A Coniolo, sempre nel 1927, si scatena la rivolta degli abitanti che temono il crollo delle loro abitazioni a causa dell’attività estrattiva e, proprio in quell’anno, viene annunciata, a partire dal primo gennaio 1928, l’annessione del paese a Pontestura (l’indipendenza tornerà nel 1947).

La commedia. Al dopolavoro di Coniolo, gli allarmati cavatori si ritrovano per organizzare una manifestazione di protesta a Roma. Il capo della rivolta è Berto, alle prese anche col desiderio della figlia di sposare Matteo, giunto in paese anni prima quando gli imprenditori del cemento, per far fronte agli scioperi dei coniolesi, si rivolsero a fidati operai bergamaschi. I rivoltosi devono però fare i conti con Luisin, un cavatore che l’avvocato della controparte riesce a corrompere a suon di promesse. Tra sposalizi da combinare e matrimoni ormai logorati dal tempo, spicca il vecchio Tugnas che, benché sempre poco considerato, riesce a trovare soluzioni adeguate.

“Si siamo aggiustati tutti bene” – CTF

“Si siamo aggiustati tutti bene” è la frase pronunciata da un anziano cavatore coniolese che, a qualche anno di distanza dalla conclusione dell’attività estrattiva (che finì nel 1963), disse: “Si credevamo che chiudendo le miniere di non poter più vivere, e invece si siamo aggiustati tutti bene”. Il miracolo economico italiano, d’altronde, era alle porte…

 

Il “Salotto” cambia sede

Il “Salotto del Mandrogno” cambia sede e, da giovedì 23 febbraio alle 21.30, comincerà la propria avventura al circolo La Familiare, in viale Massobrio 24, Alessandria.

La novità arriva nel bel mezzo della quindicesima stagione, dopo oltre 120 puntate che hanno avuto per teatro la Casetta di via San Giovanni Bosco. Non ci saremmo mai allontanati dal celebre circolo del Villaggio Europa ma, purtroppo, ragioni del tutto estranee allo svolgimento del nostro talk show ci hanno indotto a cambiare sede. A dirla tutta, abbiamo ricevuto offerte di ospitalità da più locali cittadini: la scelta è caduta sulla Familiare per motivi prettamente logistici. Trasferiamo il nostro spettacolo (a ingresso gratuito) in un circolo storico, ringraziando il presidente Enrico Taverna e il suo consiglio direttivo per la grande disponibilità. Il cast rimarrà immutato: Gianni Naclerio e Franco Rangone assicureranno la colonna sonora, Gianni Pasino e Ugo Boccassi contribuiranno allo show con le loro pillole di saggezza, Piera Raiteri, colei che nel 2002 ideò il “Salotto”, sarà sempre in cabina di regia. E Radio Gold continuerà a registrare lo spettacolo per trasmetterlo il venerdì successivo alle ore 21, sugli 88.8 e 89.1 fm. Presenterò io, come immaginerete, cercando di regalarvi emozioni, riflessioni, divertimento, risate.

Ogni suggerimento, infine, è sempre bene accetto: e l’indirizzo mail info@massimobrusasco.it resta un valido mezzo per comunicare.

Sopralluogo La Familiare

La produzione 2017: “I canonici”

“I canonici” è la nuova commedia della Compagnia Teatrale Fubinese (debutto ufficiale sabato 1 aprile a Rivarone, Alessandria). E’ ambientata nel 1748, anno in cui il pittore Pier Francesco Guala realizza il quadro “I canonici di Lu” che, a settembre 2016, ha fatto rientro a Lu, ospitato nel Museo di arte sacra, dopo che, per mezzo secolo, è stato custodito nel Museo civico di Casale.

La vicenda. I canonici di Lu ambiscono a indossare la cappa magna e il rocchetto, prestigiosi simboli ecclesiastici. Per fare sì che papa Benedetto XIV conceda loro questa possibilità, chiedono aiuto al cardinale Giacomo Millo, solito recarsi in Monferrato dove risiedono alcuni famigliari. Nel periodo di Ferragosto del 1748, arriva la tanto sospirata concessione, festeggiata con tre giorni di baldoria esagerata, durante i quali i canonici, addirittura, buttano denaro dalle finestre destinandolo ai poveri del paese. Pier Francesco Guala, uno dei pittori più rinomati del tempo, viene convocato a Lu affinché ritragga i canonici. Il prodotto è un quadro straordinario: raffigura i religiosi intenti a scrivere una lettera di ringraziamento al cardinale Millo.

La commedia. “I canonici” è una commedia brillante scritta e diretta da Massimo Brusasco, per la Compagnia Teatrale Fubinese. Il cast è composto da Marina Roncati, Franca Reposio, Claudia Capra, Angelo Balestrero, Maurizio Ferrari, Giuseppe Balestrero, Massimo Bosia, Paolo Tafuri, Massimo Brusasco, Franco Mordiglia e Gianpietro Brusasco, con la preziosa collaborazione di Lidia Mordiglia, Cesare Langosco e Giancarlo Devidi. La pièce, ambientata nel 1748, si svolge nella canonica della chiesa di Santa Maria, punto di riferimento per i canonici del paese. Che non sono certo religiosi altolocati, bensì ruspanti preti “da paese” che, come tali, si comportano, anche quando si trovano al cospetto del cardinale Millo, uno degli uomini di fiducia di papa Benedetto XIV.

canonici

Cabaret e musica

“Va là che vai bene” è il titolo di uno spettacolo leggero che mescola musica e cabaret. La Compagnia Teatrale Fubinese lo produce affidandolo a Massimo Brusasco, Maurizio Ferrari e a Massimo Faletti, apprezzato chitarrista. In un’ora e mezza, battute, gag, una miscellanea tra dialetto e italiano, canzoni note e chicche inedite, composte dagli artisti stessi. A seconda dei casi, poi… Il trio si avvale di ulteriori elementi, valore aggiunto a uno show frizzante e, per certi versi, sorprendente.

massimo faletti io e iccio

 

La scommessa del 2017: “I canonici”

Ci hanno raccontato la storia dei canonici di Lu e, soprattutto, la genesi del quadro che Pier Francesco Guala dedicò loro nel 1748, e ci venne un’idea balzana: facciamone una commedia. La nuova produzione della Compagnia Teatrale Fubinese, al debutto nella primavera 2017, sarà appunto “I canonici”, testo (mio) ispirato dalle vicissitudini che videro protagonisti i preti luesi che, per intercessione del cardinale Giacomo Millo, indussero papa Benedetto XIV a concedere loro la possibilità di indossare la cappa magna. Alla decisione pontificia seguirono tre giorni di festa smodata, preludio alla convocazione del Guala, autore dell’opera che, da settembre 2016, impreziosisce il Museo di arta sacra di Lu, dopo essere stato conservato per molti anni nel Museo civico di Casale. Il ritorno a Lu è stato celebrato a dovere; mancava giusto una commedia per completare le cerimonie…

Nella foto, “I canonici di Lu” di Pier Francesco Guala, anno 1748.

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Fubine Ridens: sono venti (edizioni)

Ecco la ventesima stagione di Fubine Ridens. Cabaret, commedie e uno spettacolo dialettale, per continuare a far baldoria. Cambia la location (saremo nel nuovo Teatro dei Batù) ma non la voglia di divertire.

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La nuova commedia: “Il Paradiso del Procione”

La Compagnia Teatrale Fubinese ha una nuova commedia. Titolo “Il Paradiso del Procione”. È scritta e diretta da Massimo Brusasco, sul palco ci sono Maurizio Ferrari, Doriana Bellinaso, Massimo Bosia, Flavia Bigotti, Massimo Brusasco, Paolo Tafuri, Daniela Buzio, Giuseppe Balestrero, Marina Roncati. Collaborazione scenica: Giancarlo Devidi, Cesare Langosco, Lidia Mordiglia, Gian Pietro Brusasco. Foto di scena: Roberto Allario.

TRAMA
Sabato sera. Nel piazzale di una discoteca si ritrovano genitori in attesa che i figli escano dal locale. Papà e mamme si confrontano su temi d’attualità e su problemi che, a ben vedere, riguardano più loro che gli eredi, i quali sono alle prese, semplicemente, con una serata di divertimento. Famiglie troppo ampie, separazioni in corso, convivenze in atto e promesse da mantenere ingarbugliano una matassa che il povero parcheggiatore cerca di districare, prendendo vanamente appunti. Il tutto mentre Sonia Bon Bon confida in un momento di celebrità, ballando sul cubo come ai vecchi tempi…

NOTE
Con leggerezza, spunti divertenti e comicità obbligatoria, la commedia ‘Il paradiso del procione’ tratta un tema di grande attualità: la crisi dei valori, che qui si esprime, soprattutto, attraverso gli equivoci che si creano quando le famiglie sono allargate a dismisura e confondersi, parlando di figli o di partner (siano essi attuali o ex), può essere perfino giustificato. Si fa ironia sulla società di oggi, sulle coppie moderne, ma anche sui mille impegni a cui sono sottoposti i ragazzi, alle prese con lezioni di nuoto, di chitarra, di ballo.. che vanno a sovrapporsi a catechismo, appuntamenti con gli scout, attività dell’oratorio e della squadra di pallone. Se ne deduce che fare il genitore è un lavoro, ma che sta diventando una professione anche “essere figlio”.

Paradiso del Procione

“Sognavamo le Ragazze Cin Cin”

Edito da Il Filo, che lo ha pubblicato nel 2008, “Sognavamo le Ragazze Cin Cin” ha per sottotitolo “Storia minima di una generazione senza ideali e senza computer”. E’ una sorta di saggio, che mi sono permesso di scrivere per rendere omaggio a noi nati degli Anni Settanta che avevamo come punto di riferimento le celebri protagoniste della trasmissione televisiva “Colpo grosso”. Si parla di televisione, politica, cartoni animati, con leggerezza. Sperando di regalare qualche sorriso.