Domani, giovedì 2 maggio, sarò a Valenza a parlare della professione del giornalista. Lo farò con la collega della “Stampa”, Silvana Mossano, con la quale sono accomunato da almeno tre cose: la passione per questo mestiere, il fatto che entrambi abbiamo (anche) pubblicato libri, gli esordi a “Vita casalese”. Ci troveremo alle ore 21 al Centro comunale di cultura di piazza XXXI Martiri. Colloquieremo con Riccardo Massola, direttore della biblioteca civica, e Costanza Zavanone, assessore alla Cultura. Penso che si avrà modo di raccontare di una professione di cui (ci illudiamo) c’è ancora bisogno per raccontare gli eventi, cercare di spiegarli e dare punti di riferimento precisi nell’epoca del web, gigantesco contenitore che ospita senza selezionare. Vi aspetto per chiacchierare con noi in un luogo che, una volta al mese, si apre alla città anche di sera. Ed è una buona cosa.
Tag: giornalismo
Raccontiamoci a Valenza
Posted by Massimo Brusasco on 1 Maggio 2019
Vorrei ringraziare Beppe Grillo
Posted by Massimo Brusasco on 4 Gennaio 2017
Vorrei ringraziare Beppe Grillo per avere, improvvisamente, fatto rivalutare i giornali. I giornali veri, dico; quelli che sono registrati in tribunale, che hanno un direttore responsabile (che, dunque, risponde in prima persona), quelli che hanno inviati, corrispondenti e redattori la cui “mission” è informare, creare dibattito serio, cercare di costruire. Nelle democrazie, di solito, succede. Accade anche che il giornalista sia considerato il cane da guardia del cittadino: una bella tutela, dunque, per chi ha il diritto-dovere di essere informato. Da ieri, con Grillo, abbiamo scoperto che invece è il cittadino a dover essere il cane da guardia del giornalista. Non è proprio la stessa cosa. Grillo, che sa parlare al popolo degli scontenti (molti, sempre più, con un’infinità di motivi per lamentarsi) ha buone intuizioni che, però, spesso lo portano a deragliare. Francamente, l’idea della giuria popolare per valutare giornali e tivù mi sembra un’autentica strampaleria più che una provocazione. I giornalisti rispondono ai loro lettori, sovrani quando vanno in edicola (o quando impugnano il telecomando, o quando sono davanti al computer, nel caso di informazione sul web). E’ un tribunale, quello dei lettori, che personalmente temo molto. Evidentemente non hanno le medesime preoccupazioni quelli che sentenziano dai blog e dai social, strumenti senza vincoli né controllo. Un’eccezionale espressione di libertà, per carità. Ma francamente sono un’altra cosa, che – malgrado le pecche dell’Ordine dei giornalisti e il discutibile lavoro di chissà quanti di noi – ancor oggi proprio non riesco a preferire.