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Si scrive per giornate così

Io credo di scrivere libri anche per vivere giornate come quella di martedì. Biblioteca di Alessandria. Già il luogo è ideale. Sala non enorme, certo, ma piena. Ma proprio piena. E poi la cordialità degli organizzatori (Fabrizio Priano e l’associazione LiberaMente), chi fa le foto, chi i video, amici e sconosciuti, molti mi sorprendono. Persone che ridono, partecipano. Hanno l’aria di divertirsi ascoltando un autore qualunque, cioè io, che ha scritto un romanzo che non scalerà mai le classifiche (malgrado gli sforzi dell’editore Davide Indalezio; a proposito: grazie anche a lui). E’ stato proprio un bel momento. Spero che si replichi analoga magia venerdì sera a Oviglio; l’appuntamento è per le ore 21, in Comune. C’è allarme neve, ma per ora non ci spaventiamo. Poi si vedrà.

“Il raduno dei Gramigna”

Maggio 2018: al Salone del libro di Torino debutta “Il raduno dei Gramigna”, il mio nuovo romanzo, scritto per le Edizioni della Goccia. Prezzo di copertina: 12 euro. Ci sarà anche in versione ebook. Presentazione ufficiale: sabato 19 maggio, alle 17.30, alla libreria Mondadori di Alessandria (via Trotti, angolo via Bergamo).

DI COSA SI RACCONTA
A dispetto del cognome, i Gramigna sono persone animate da buoni sentimenti e dedite ad azioni virtuose. Sparse nel mondo, si ritrovano quando Cosimo organizza un raduno con tutti quelli che si chiamano come lui. L’incontro è la migliore occasione offerta a esponenti di una piccola cosca mafiosa per vendicare lo sgarbo ricevuto da un Gramigna, volontario in un centro di accoglienza per immigrati. In un tourbillon di personaggi strampalati, situazioni paradossali, identikit approssimativi, amori precari e pistole fumanti, sarà decisivo il cane Mazinga.

La copertina de “Il raduno dei Gramigna”

IL LIBRO COMINCIA IN QUESTO MODO
Il telefono squillò, ma la vecchia che se ne stava in poltrona restò indifferente. “Signora, risponda”, urlò Michele dalla cucina. Il telefono squillò ancora, a intervalli regolari. Michele ripeté l’invito, alzando la voce: “Risponda, che io devo mescolare il suo semolino, altrimenti s’attacca al fondo della pentola”.
All’ennesimo trillo, s’arrese. Mollò il cucchiaio, abbassò la fiamma e sbuffò, prima di presentarsi al cospetto della signora con un’aria severa ma non troppo. La vide intenta a giocherellare con l’apparecchio acustico. “Ma no! Non è una pallina”. Con la pazienza che all’anziana era nota, le sistemò il dispositivo, ricevendo un sorriso inebetito e una domanda: “Ma non sente che sta suonando il telefono?”.
Michele trattenne lo sbuffo e afferrò la cornetta. “Pronto”. “Buongiorno, scusi il disturbo – mormorò una voce garbata – Mi hanno dato questo numero dicendomi che, verso mezzodì, avrei trovato il signor Gramigna”. “Sì, sono io: Gramigna”. “Piacere, Gramigna anch’io”.