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Il cabaret arriva a Fubine

Abbiamo il piacere di inaugurare la festa patronale di Fubine. Lo faremo domani sera, giovedì; lo faremo con la Compagnia Teatrale Fubinese, in versione trio, e con lo spettacolo “Cosa ci tocca fare”, nuovo di zecca, con qualche… revival, perché ci hanno spiegato che i cavalli di battaglia non vanno abbandonati.

Ebbene, alle 21.30 saremo sul palco dell’area Cerrina (prima, se vi va, potete cenare allo stand della Pro loco); con me, suonerà Massimo Faletti, e reciterà e canterà Maurizio Ferrari.

Ingresso gratuito, forse nessuna zanzara.

Ed ecco Marco e Mauro

Lo scenario della festa patronale di Fubine per Marco e Mauro, i cabarettisti di Torino che stasera, venerdì, alle 21.30, saranno di scena ai campi Cerrina. Con loro, Aurelio e Stefania, colonne musicali dello show “Com’è bello far l’amore da Fossano in giù”, uno spettacolo che ci sta dando molte soddisfazioni. E scrivo “ci” perché mi fregio di esserne l’autore, insieme a Marco e Mauro stessi. Si ride, si ascolta musica, si apprezzano parodie, il tutto gratuitamente. Sono lieto che la Pro loco fubinese abbia pensato a Marco e Mauro, decidendo di impreziosire la festa patronale col cabaret. Non mi resta che invitarvi, dunque,

Corrida, se andrà come pare…

Sappiate che stiamo lavorando per garantirvi una serata spumeggiante. “La Corrida”, d’altronde, questo è: un’occasione per divertirsi, con la complicità di chi ha voglia di esibirsi e, naturalmente, del pubblico più o meno benevolo. La Compagnia Teatrale Fubinese, dopo essersi proposta molte volte in palcoscenico, ora… si gode lo spettacolo garantito da altri. Il menù è prelibato, stando ai primi ingredienti. E mercoledì 24 luglio alle ore 21.30, nella piazzetta della Croce rossa, potrete gustarlo anche voi. Vi aspettiamo, belli carichi. E, per rinfrescarvi la memoria, grazie a Chiara Longo vi propongo una foto dello scorso anno…

Tutto sul “Conte socialista”

Ecco tutto quello che potrebbe interessarvi su “Il conte socialista”, lo spettacolo che la Compagnia Teatrale Fubinese porterà inscena domenica30 giugno alle 18 nel parco della Cappella Bricherasio, a Fubine.

 

Cosa succede

Domenica 30 giugno 2019, alle ore 18, a Fubine Monferrato (Al), nel parco della cappella Bricherasio, in via San Giovanni Bosco, la Compagnia Teatrale Fubinese presenta “Il conte socialista”, spettacolo ideato e diretto da Massimo Brusasco e dedicato al conte Emanuele Cacherano di Bricherasio, già proprietario del castello di Fubine, nato 150 anni fa e 120 anni or sono co-fondatore della Fiat. La manifestazione rientra nelle celebrazioni per Bricherasio organizzate dal Comune di Fubine e dall’associazione Monferrato 2020. L’ingresso è gratuito.

Lo spettacolo

Il conte socialista” è una pièce brillante, che trae spunto dalla storia, ma tratta gli eventi in chiave decisamente moderna, come farebbe la televisione del Terzo millennio. Ridendo, si può anche riflettere…

Gli interpreti sono: Giuseppe Balestrero, Anna Cioffi, Marina Roncati, Riccardo Robotti, Doriana Bellinaso, Lidia Mordiglia, Gianpietro Brusasco, Paolo Tafuri, Franco Mordiglia, Massimo Brusasco, Cesare Langosco, Massimo Bosia, Fabio Bellinaso.

Canzoni originali di Massimo Brusasco e Massimo Faletti interpretate da Maurizio Ferrari, Massimo Faletti, Enzo Garlando, Guglielmo Gagliardi.

La storia

Emanuele Cacherano di Bricherasio, di famiglia benestante, fu uno degli artefici della Fiat, nonché fondatore dell’Automobil Club e della rivista “L’automobile”. Fu uno dei protagonisti della vita economica e sociale della Torino di fine Ottocento e inizio Novecento. Fondò la Fiat nel 1899, insieme a un gruppo di giovani rampanti, tra cui Giovanni Agnelli. Nobile ma di idee socialiste, progressista e visionario, morì in circostanze misteriose a 35 anni, nel castello di Agliè, di proprietà dei duchi di Genova, imparentati coi Savoia. Suicidio? Delitto? Non si sa. Di certo, il giorno successivo il decesso ci sarebbe stato un consiglio di amministrazione della Fiat durante il quale Bricherasio avrebbe mosso accuse piuttosto pesanti nei confronti dei “colleghi”.

I personaggi

Oltre al conte, tra i personaggi che rientrano nella storia bisogna citare almeno: Sofia di Bricherasio, pittrice, sorella di Emanuele; Lorenzo Delleani, pittore, maestro di Sofia, autore del quadro “I fondatori della Fiat”; Federico Caprilli, considerato il padre della cavalleria moderna, morto tre anni dopo il suo amico Emanuele; Leonardo Bistolfi, scultore, autore dello splendido monumento sepolcrale di Emanuele, custodito nella cripta della cappella Bricherasio.

La Compagnia Teatrale Fubinese

Nata nel 1981, la Compagnia Teatrale Fubinese, presieduta da Massimo Bosia, propone commedie in lingua, in dialetto monferrino, oltre che spettacoli di cabaret e musicali. Attiva anche in ambito sociale, promuove la rassegna teatrale “Fubine Ridens” e si esibisce abitualmente in provincia di Alessandria e non solo.

Per contatti: 3357291099, massimobrusasco@libero.it

 

E rioni siano

Non ci sarà  il clima di trent’anni fa, ma mi piace questo spirito rinato, questa sana competizione, questa voglia di esserci. Fubine, per tre giorni (ma forse anche qualcosa in più: vedremo) si immerge nel torneo dei rioni. Bravi i ragazzi di Fubine SiAmo a rinverdire una tradizione antica, e plauso a tutti quelli che si stanno dando da fare perché sia festa. Ho il piacere di presentare il torneo, domani sera. Sono certo che sarà baldoria, con la necessaria dose di rivalità. Vi lascio con una foto, da qualche giorno circolante sul web,  che si riferisce agli albori del torneo (sono uno dei due che reggono il cartello) e con una riflessione che mi è stata chiesta dagli organizzatori.

Per me il torneo dei rioni è Ottavio Castellini. Il più placido tra i terrestri fubinesi, ma il più perfido. Una mente diabolica che, in prossimità delle gare, dava il meglio di sé. Forse non gli importava neanche vincere, con le sue (e le mie) Cascine, ma godeva come un matto nel creare scompiglio, nell’animare discussioni e, ne sono convinto, nel fare irritare suo suocero, che ci metteva niente a incendiarsi.
Per me il torneo dei rioni è Ottavio che trovava complici per realizzare gli asini di polistirolo da mettere nel bar Sport; è quello che pensava di trasformare la rotatoria della Stazione in un pollaio; di affiggere manifesti da morto dedicati agli avversari. E’ l’Ottavio che proponeva gare in cui il suo (il nostro, certo) rione era indubbiamente più competitivo (la gara dei trattori, ad esempio), e quello che, con la scusa di parentele fittizie, faceva partecipare, nelle sue squadre, soggetti che a Fubine non si erano mai visti, e che non si sarebbero visti più.
In certi frangenti, un paese ha bisogno di “ottavicastellini”; lui è stato un emblema di senso di appartenenza, impegno e sana rivalità, con pizzico di sadismo.

Se n’è andato da poco, Ottavio. La rinascita del torneo è, implicitamente, un’occasione per ricordarsi di lui e delle sue “gesta”.

 

Continuavano a chiamarla Busiunà

Sì, si chiama “busiunà”, con due “u”. Lo so che è comunemente nota come “businà”, ma che ci volete fare? A Fubine funziona così, per lo stesso motivo per i quali gli “infernòt” sono chiamati, almeno da alcuni tra i più anziani, “linfernòt”. Il bello del dialetto sta proprio nella varietà. Oltre che nella “licenziosità”. Col vernacolo si creano  immagini  che, in lingua, sarebbero insulti. Ci sono esperti che vi possono rendere edotti sulla faccenda. Io mi limito a ricordare che, stasera, come ogni Martedì grasso, a Fubine si legge la “busiunà”, rito pagano con il quale ci si beffa, in rima baciata, dei personaggi più in vista. Ci si trova alle 21 in piazza Garibaldi, per il falò, la lettura, la distribuzione di dolci e vino.  E che sia un buon Carnevale.

Le Roberte e la casa dell’amante

Tutto inizia quando il signor Siluro (non ho ben capito se il nome voglia per forza dire qualcosa…), un tizio che non si è mai sposato perché non crede nel matrimonio, va a casa dell’amante. Evidentemente non tutto fila liscio, altrimenti non ci sarebbe commedia. Invece la commedia c’è. Si intitola “Due belle Roberte” e domani, sabato 12 gennaio, alle ore 21.15, lo spettacolo sarà portato in scena a Fubine, nell’ambito della rassegna Fubine Ridens. Sul palco del Teatro dei Batù gli attori della Compagnia Al Bacio di Milano, che abbiamo già avuto modo di apprezzare. E per questo li abbiamo richiamati, certi che anche stavolta delizieranno il pubblico. Mi auguro vogliate partecipare numerosi: costa solo 7 euro, un prezzo che la Compagnia Teatrale Fubinese, organizzatrice della serata, mantiene invariato ormai da molto tempo…

Gelindo, il ritorno

Stasera, domenica, alle ore 21, il Teatro dei Batù di Fubine ospiterà “Gelindo a veglia”, spettacolo natalizio diretto dal compianto Luciano Nattino. Organizza il Comune e l’ingresso è gratuito. Gelindo a Fubine è una piacevole tradizione, anche se interrotta più volte. La memoria va al 1976 quando, per reperire denaro finalizzato all’acquisto di una casetta da devolvere a una famiglia del Friuli martoriato dal terremoto, un gruppo di volonterosi portò in scena la “cumedia”, su un testo rivisitato da Vanda Bonelli. Senza quell’iniziativa benefica, la “storia teatrale” di Fubine sarebbe stata probabilmente diversa. Grazie a quel gruppo, nel 1981 sarebbe nata la Compagnia Teatrale Fubinese. Gelindo continuò per qualche anno, venne interrotto, poi ripreso. Il vecchio teatro del Ponte, ora dei Batù, ospitò decine di attori provetti. Ci sarebbe da raccontare molto, includendo anche i “sunadur dal ravi”, gruppo folk nato anch’esso con quell’esperienza del 1976. A Renzo Rollino, il “Gelindo storico”, dobbiamo tutti qualcosa. Stasera, probabilmente, sarà in platea. E a tanti di noi affioreranno ricordi.

Corridere

Corridere è un verbo che mi piace. Coniuga la parola Corrida  al ridere. Ieri sera, in effetti, la Corrida ci ha fatto ridere (con barzellette, gag, situazioni brillanti), consentendoci di trascorrere piacevoli momenti fubinesi, e di sostenere l’oratorio. A nome della Compagnia Teatrale, artefice dello spettacolo, ringrazio tutti quelli che hanno concorso al successo, a cominciare da chi, con più o meno sfrontatezza, si è messo in gioco salendo sul palco, per arrivare ai tecnici e a quelli che hanno lavorato per gli allestimenti. Senza gioco di squadra si realizza   poco, e senza quella sana follia che anima molti dei protagonisti non si otterrebbe un risultato come quello conseguito. Grazie, infine, al pubblico: numeroso, partecipe, fantastico. Non importa chi ha vinto o chi è stato premiato: secondo me è stato il successo del paese. E giovedì sera, ai campi Cerrina, debutterà la patronale, con i ragazzi del Centro estivo, che della Corrida sono fedelissimi.

Tre maggio

Il 3 maggio lo associo a  don Franco Cipriano (e mi perdoneranno gli amici che, oggi, compiono gli anni, e non me ne vorrà la città di Alessandria che festeggia l’850esimo). Don Franco era il parroco di Fubine; morì, all’improvviso, mentre discuteva di un progetto riguardante la chiesa del Carmine. Grazie all’impegno di molti, la  Compagnia Teatrale Fubinese riuscì a completare l’opera. E ora quell’edificio sacro, caro a molti, ha un  sagrato accogliente, in memoria di don Franco “amico e missionario senza confini”, come si può leggere sulla targa (vado a memoria, mi perdonerete). Don Franco è stato troppo poco a Fubine, ma ha inciso come se fosse stato parroco per vent’anni. Senza di lui, probabilmente, l’associazione L’Abbraccio, ormai nota anche oltre i confini, sarebbe un’altra cosa. Chissà. Don Franco ci ha insegnato un valore fondamentale  come la solidarietà. Lo ringrazieremo in eterno, per questo. Per qualche anno, il 3 maggio l’abbiamo ricordato… a modo nostro. Io continuo a farlo (anche con questo semplice post), nella certezza di interpretare i desiderata di molti fubinesi e dei parrocchiani di Morano, paese in cui ha operato prima di venire da noi.  A don Franco dedicai anche un libro. Avrebbe meritato un’enciclopedia.